L’assessore senese debutta in Consiglio e si dimette
Cardin rimette il mandato. Il giallo delle lettere anonime: Valentini le porta in Procura
È durata meno di 12 ore l’esperienza da assessora di Nicoletta Cardin che, nominata dal sindaco Luigi De Mossi alla mezzanotte di giovedì scorso e ratificata ieri mattina dal Consiglio comunale, in serata si è dimessa. Nessuna spiegazione arriva da Palazzo Pubblico, mentre il commissario del Carroccio senese Marco Landi si limita ad esprimerle «solidarietà e vicinanza». La Cardin, con deleghe al decoro urbano e all’ambiente, era stata nominata proprio in quota Lega anche se c’era stata più di una perplessità, dentro e fuori al partito. La consigliera regionale Elisa Montemagni, ad esempio, l’aveva bollata come «sconosciuta», mentre il consigliere comunale Paolo Benini, ieri, si è dissociato dalla nomina, chiedendo addirittura le dimissioni di Landi. Su di lei si sono agitati i nuvoloni neri della Lucchese Calministrazione cio, acquistata dal marito tramite un’altra società (di cui lei è stata socia al 50% fino al 27 maggio) che poi si è sfilato. E sempre lei sembra essere bersaglio di tre lettere anonime che un «corvo» ha fatto recapitare ieri a Bruno Valentini, Pierluigi Piccini e al sindaco De Mossi (ma indirizzate anche al premier Conte e ai suoi vice) e che conterrebbero considerazioni «relative all’onorabilità di membri dell’Amministrazione», come ha reso noto lo stesso Valentini prima di inoltrarla in Procura.
Quello che doveva essere un banale primo giorno di scuola, insomma, per la prima am- di centrodestra della storia cittadina si è trasformato in un terremoto. Le crepe si erano viste fin dal mattino, con l’elezione del presidente del Consiglio comunale: l’ha spuntata Marco Falorni, politico di lunghissimo corso proposto dalla maggioranza, ma 8 voti glieli ha strappati, a sorpresa, il leghista Benini in polemica con il sindaco per le modalità di composizione della giunta che «non vanno nel senso della discontinuità». «C’è una spaccatura nella maggioranza — ha aggiunto il consigliere ribelle — tant’è che io non ho nemmeno sottoscritto la nomina del mio capogruppo». Le crepe che scricchiolavano la mattina, a sera sono diventate una voragine.
Ieri anche a Massa si è svolto il primo consiglio comunale post elezioni. Forza Italia, rimasta fuori dalla giunta di assessori, come ha voluto il neo sindaco Francesco Persiani, ha ottenuto la presidenza, andata a Stefano Benedetti. Una elezione avvenuta tra i fischi del pubblico.
Divisioni in Consiglio comunale Spaccatura sull’elezione del presidente: la Lega vota il suo candidato, che poi va all’attacco del sindaco De Mossi