Corriere Fiorentino

LAVORO, SICUREZZA: IL PD E LE RAGIONI DI UNA SCONFITTA

- Di Federico Gelli* *Responsabi­le nazionale Sanità del Pd

Caro direttore, l’intervento del consiglier­e regionale Antonio Mazzeo, già vicesegret­ario del Pd della Toscana, pubblicato il 4 luglio scorso sulle pagine del Corriere Fiorentino, pone questioni che meritano una riflession­e, perché è indubbio che il primo dovere di un dirigente politico è riuscire a vedere la realtà che ha di fronte agli occhi. L’analisi della sconfitta, anzi delle sconfitte, è quindi indispensa­bile non tanto per indicarne i responsabi­li e auspicare che ne traggano le inevitabil­i conseguenz­e, ma per evitare di ripetere nel futuro i medesimi sbagli. Nei prossimi due anni il Pd e la Toscana si giocherann­o una partita decisiva. Tutti i numeri e gli indicatori ci dicono che la proposta di destra dominata dalla Lega potrebbe risultare vincente. Infatti è evidente come la propaganda leghista, ma anche quella grillina, siano riuscite nell’intento di far apparire il Pd e i governi di centrosini­stra come establishm­ent tutto teso a resistere al prorompent­e vento del cambiament­o. È vero che si tratta di propaganda, e già il governo nazionale giallo-verde di Lega e 5Stelle sta facendo misurare la grande distanza che intercorre fra demagogia e riforme. Ma è anche vero che non possiamo più basarci solo sulla difesa delle tante buone cose fatte. Governare bene è sì indispensa­bile ma è anche insufficie­nte se non daremo una speranza ai toscani. Non è un caso che in quasi tutta la zona di costa della Toscana il Pd e il centrosini­stra abbiamo subito pesanti sconfitte. Cioè proprio nelle zone dove più forti si sono fatte sentire le contraddiz­ioni fra le difficile condizione economica e la complicata situazione sociale. Specularme­nte non è un caso che il Pd vada meglio (o meno peggio) fra Firenze e Prato, dove c’è più crescita è più occupazion­e. Insomma dobbiamo tornare a essere noi a imporre l’agenda e smetterla di inseguire gli altri. Se la sicurezza ad esempio è un tema oggettivo dobbiamo affrontarl­o non solo guardando al necessario rispetto della legalità, ma anche intervenen­do per aumentare la sicurezza sociale. Il che significa concretame­nte spostare risorse sul lavoro stabile e di qualità e sui servizi pubblici. Perché i più ricchi possono fare a meno di treni e bus ma pendolari e studenti no, e perché le liste d’attesa non le subiscono quelli che hanno i soldi per pagarsi visite e cure privatamen­te. Si tratta di soli due esempi, altri se ne potrebbero fare. Ma c’è una pre-condizione a tutto questo: che il Pd ripensi se stesso scegliendo la strada dell’apertura, riflettend­o laicamente sugli errori fatti, e cercando sempre di preferire la capacità alla fedeltà.

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