Corriere Fiorentino

Chiara, appello dai genitori «La sua tragedia insegni»

Pisa, l’appello dei genitori della ragazza uccisa da una cena al ristorante. Indagini sui cibi

- Sharon Braithwait­e

«Vogliamo solo che la morte di Chiara non sia stata vana e per questo rivolgiamo un appello a tutti affinché di queste forme allergiche si parli senza reticenze o paure di discrimina­zioni». A dirlo sono i genitori di Chiara Ribechini, la 24enne morta a Pisa dopo una cena al ristorante a causa di una grave intolleran­za alimentare. Ora Asl e Nas faranno analisi sugli alimenti mangiati da Chiara.

«La morte di Chiara non sia vana. Queste allergie sono molto diffuse ma sottovalut­ate». Nel momento più buio della loro vita, i genitori di Chiara Ribechini, la ragazza morta per shock anafilatti­co domenica sera dopo una cena al ristorante, lanciano questo accorato appello. «Ci rivolgiamo a tutti affinché di queste forme allergiche si parli senza reticenze o paure di discrimina­zioni. Spesso coloro che ne soffrono vengono presi in giro o addirittur­a bullizzati e invece è necessario far conoscere le implicazio­ni per aumentare il grado di consapevol­ezza, anche di chi è costretto a conviverci», sono le parole che la mamma Michela Bargagna e il padre Massimo Ribechini affidano al loro legale Francesca Zuccoli.

La giovane, che avrebbe compiuto 24 anni a fine luglio, era allergica fin dai primi anni di vita alle proteine del latte, a tutti i suoi derivati e all’uovo, e frequentav­a solo locali nei quali riponeva la sua piena fiducia, come appunto quello in cui ha mangiato do- menica sera. Conviveva da sempre con questa allergia e per questo era molto attenta a dove e cosa mangiava. «Non vogliamo entrare nel merito del caso specifico — sottolinea il legale a nome della famiglia — anche perché saranno le indagini a fare piena luce su quanto accaduto. È necessario lavorare di più sulla sicurezza anche dei locali, che devono avere attrezzatu­re e cucine idonee per evitare il più possibile il rischio di contaminaz­ioni tra singoli alimenti e materie prime lavorate». I genitori della 24enne sottolinea­no che non basta rendere pubblico l’elenco degli allergeni per sentirsi al sicuro. E che «il caso di Chiara, che ha saputo convivere con la sua allergia conducendo una vita piena e normale, può essere utile per il futuro perché questi drammi non si ripetano».

La giovane aveva cenato insieme al fidanzato e a due suoi amici in un agriturism­o a Colleoli, frazione di Palaia, in provincia di Pisa. Un posto immerso nella natura sulle colline della Valdera. Il locale era più affollato del solito perché stava ospitando il riceviment­o di un matrimonio. La giovane ha scelto comunque di rimanere a cena lì, perché conosceva la cura con cui lo staff era solito prepararle il menù. Ma proprio la presenza di tante persone in cucina e nel ristorante potrebbe aver causato un po’ di confusione facendo finire nel suo piatto l’allergene letale. Appena finita la cena, infatti, la ragazza avrebbe iniziato a sentirsi poco bene. Dopo aver salutato i proprietar­i, si è diretta verso la macchina per prendere la «valigetta»: un kit di emergenza contenente l’iniezione di adrenalina. Nella foga e con i primi grandi sintomi di soffocamen­to — dovuti ad una forte reazione allergica — ha provato a iniettarsi l’adrenalina nella gamba, senza togliersi il pantalone. Un dettaglio rimasto impresso agli inquirenti che stanno indagando sul caso. Le difficoltà respirator­ie e la paura di non farcela potrebbero averle fatto perdere lucidità nel momento dell’iniezione. Gli investigat­ori hanno anche rilevato che l’ago della siringa si è tragicamen­te piegato, impedendol­e di assumere il farmaco salvavita. Da lì è partita la disperata corsa verso l’ospedale, insieme al fidanzato e agli amici: dieci chilometri di stradine di campagna percorsi con il cuore in gola.

Quando la macchina guidata dagli amici ha raggiunto l’ambulanza del 118 a La Rotta, frazione di Pontedera, i medici l’hanno adagiata sull’asfalto e le hanno iniettato cinque dosi di adrenalina. Tentativi disperati che purtroppo si sono rivelati vani: Chiara è morta poco prima delle 23 di una domenica che avrebbe dovuto essere di festa.

Sulla disgrazia stanno indagando i Carabinier­i di Pontedera e la Procura di Pisa ha aperto un fascicolo. Il sostituto procurator­e Giancarlo Dominijann­i ha conferito l’incarico al medico legale Marco Di Paolo e l’autopsia sarà eseguita questa mattina. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo per la quale risulta indagata Rita Astinenti, amministra­trice dell’azienda agricola dove la vittima aveva cenato. La cucina del ristorante intanto è stata sequestrat­a e Nas e Asl effettuera­nno gli esami sui campioni degli alimenti prelevati. Una volta ottenuti i risultati dell’autopsia la Procura potrebbe decidere se iscrivere altre persone sul registro degli indagati.

Le parole della famiglia

«Bisogna lavorare di più sulla sicurezza anche dei locali, che devono avere attrezzatu­re idonee per evitare il rischio contaminaz­ioni»

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Chiara Ribechini, la 24enne morta dopo una cena per un’allergia
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Chiara Ribechini, 24 anni, era una grande amante dei cavalli
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Chiara Ribechini è morta domenica sera dopo essere stata a cena in un agriturism­o

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