Corriere Fiorentino

Viaggio nelle fantasie di Miró, a Castiglion­cello

Dagli anni Cinquanta agli Ottanta: al Castello Pasquini settanta opere grafiche dell’artista

- Divina Vitale

Sono settanta le opere grafiche di Joan Miró, con l’eccezione di un pastello su carta, molte inedite perché provenient­i da collezione privata, in mostra al Castello Pasquini di Castiglion­cello da oggi fino al 9 settembre.

Si tratta de Il mondo colorato di Miró. Grafiche, un’esposizion­e nata in occasione dei 125 anni dalla nascita del maestro catalano, con cui il comune di Rosignano Marittimo gli rende omaggio raccoglien­do parte della sua vasta produzione, dall’inizio degli anni Cinquanta fino ai primi Ottanta, alla vigilia della sua scomparsa. Realizzata con l’associazio­ne culturale Il Valore del Segno, la mostra chiude idealmente il progetto, iniziato nel 1991 dal suo fondatore Fulvio Montagnani, recentemen­te scomparso, concettual­mente incentrato sulla valorizzaz­ione della prima intenzione di un autore, che emerge da un disegno o un’opera grafica. «L’associazio­ne creata da mio padre — spiega l’assessore alla cultura Licia Montagnani — per 28 anni si è occupata di organizzar­e mostre nel mese di dicembre al centro La Virgola. Miró doveva chiudere il ciclo, mio padre infatti, che è venuto a mancare lo scorso febbraio, aveva deciso, proprio per motivi di salute di concludere in bellezza con Miró. Il Comune è sempre stato vicino al progetto e ha scelto di destinare questa mostra, rimasta incompiuta, al calendario estivo del Castello. Mio padre voleva che la cultura fosse il più possibile fruibile al popolo. Con questo spirito aveva fondato l’associazio­ne Onlus. Organizzar­la è stato emotivamen­te molto provante. Miró poi è tra i pittori più mediterran­ei. Per lui il segno era tutto. La partenza e l’arrivo». Il filo conduttore della mostra è la fecondità creativa, concetto molto caro al pittore, che sosteneva che il «quadro deve essere fecondo. Deve far nascere un mondo». Le opere si estendono per un arco temporale che va dal 1893 al 1983 e vi si ritrovano tutti i temi alla base della poetica di Miró: il mondo dell’inconscio con le sue fantasie infantili, l’ammirazion­e per l’arte popolare, la semplicità della linea che schiude forme e macchie di colore, generando scoperte e sorprese. Il percorso espositivo si apre con una litografia del 1953 Centenario Mourlot, con figure fantastich­e che popolano il cielo dell’immaginari­o, prosegue negli anni Sessanta con Ubu Roi (1966), proposto sia in bianco e nero che in differenti variazioni tonali. Negli anni Settanta poi l’artista lavora anche sdraiato per terra, usando le dita come pennelli, fino agli anni Ottanta in cui Miró va verso una sintesi del suo universo onirico di eterno bambino, come dimostra Colpir sense nafrar 1 (1981). Il testo e l’apparato critico sono di Luciano Caprile, le opere provengono dal Guastalla Centro Arte Livorno. La mostra resterà aperta tutti i giorni ore 1823.

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Sogni e colori Una delle opere di Miró (1972) esposta al Castello Pasquini

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