Corriere Fiorentino

Csm, un «caso Firenze» nel M5S «Noi come la consorteri­a renziana»

L’attacco di un deputato: così sembriamo i renziani

- Marzio Fatucchi @marziofatu­cchi

Due docenti fiorentini, Filippo Donati e Edoardo Chiti, sono stati scelti dal M5S per farli votare sulla piattaform­a Rousseau come candidati membri laici del Csm. E Donati ha superato il vaglio dei click. Continua così lo «scouting» del M5S tra docenti fiorentini e toscani, che ha visto portare anche il professore dell’ateneo di Novoli, Giuseppe Conti, a Palazzo Chigi. Ma nel movimento ci sono tensioni. «Noto con dispiacere che due nomi proposti sulla piattaform­a arrivano da Firenze, come nei vecchi metodi della consorteri­a toscana di Renzi & Company» scrive il deputato M5s Andrea Colletti.

Ci sarà probabilme­nte un fiorentino tra i «laici» del Consiglio superiore della magistratu­ra. E, di nuovo, a fare scouting al Polo di Novoli, tra i giuristi locali, è il M5S. Insomma, se un tempo c’era il «giglio magico» renziano, parrebbe nascere un «grillo magico» di professori fiorentini, intorno al M5S, dopo la scelta come premier di Giuseppe Conte, docente a Novoli. Ma ha rischiato di essere una doppietta: perché oltre al docente di diritto costituzio­nale di Firenze Filippo Donati, arrivato secondo nella selezione della piattaform­a grillina Rousseau, tra i candidati c’era anche il fiorentino, e docente all’università della Tuscia, Edoardo Chiti. È arrivato ultimo tra i 5 proposti sulla piattaform­a su cui hanno votato gli attivisti grillini, ma per un pugno di click.

«Quanti voti ho preso?!», esclama al telefono Donati, che non si capacita di come abbia ricevuto 2.312 consensi. Peraltro Donati è stato pure oggetto di critiche per la sua candidatur­a: da parte di un esponente dello stesso M5S. «Noto con (dis)piacere che almeno due nomi provengono da Firenze, come avveniva nei vecchi metodi della consorteri­a toscana di Renzi & Company», scrive il deputato M5s Andrea Colletti. Che poi fa notare che lui non avrebbe mai fatto il nome di Donati «in quanto era uno dei “costituzio­nalisti” a favore della deforme riforma voluta da Renzi & Company, nonché percettore di incarichi Consip e da parte di alcune amministra­zioni pubbliche toscane (e sappiamo come vengono dati gli incarichi nelle varie amministra­zioni comunali)». Insomma, Colletti ha cercato su Google. Lo avesse fatto più approfondi­tamente, avrebbe anche scoperto che Donati è stato anche relatore alla scuola di alta formazione politica Eunomia, «creatura» del sindaco Dario Nardella. Pd.

«Guardi, io sono stato a favore del Sì, per il cambiament­o. Ma sono un moderato: tanto che ai dibattiti sul referendum spesso facevo proprio il moderatore», spiega invece Donati. Ma quando è stato contattato? «È il motivo per cui sono sorpreso dei tanti voti — risponde al telefono, pochi minuti dopo che si sono concluse gli scrutini — mi hanno chiamato 3 giorni fa. Ed è stata una sorpresa». E come è stato scelto? «Loro stanno cercando esponenti della società civile, e questo è un bene. E io non ho fatto politica diretta, cosa che mi hanno chiesto come condizione». Ma conosce il deputato e ministro della Giustizia Alfonso Bonafede? «Certo. E conosco anche Conte, siamo colleghi».

Ancora meno tempo sarebbe stato concesso per «prepararsi» a Chiti: la telefonata, spiega chi ci ha parlato, è arrivata solo la sera prima, alle 18 di martedì, dallo staff del viceminist­ro Luigi Di Maio. Lui ha avuto 2.065 voti: meno della metà di Alberto Maria Benedetti, il primo, veramente pochi in meno degli altri.

Il Parlamento deve eleggere 5 membri laici del Csm: per i rapporti di forza tra maggioranz­a M5S-Lega e opposizion­e (dove Pd e Forza Italia stanno ancora trattando per averne uno a testa, avendo escluso l’altra opposizion­e di LeU), al M5S dovrebbero toccare l’elezione di due membri del Consiglio superiore della magistratu­ra (quindi Donati potrebbe essere eletto). A meno che le tensioni interne al movimento non esplodano nel voto a scrutinio segreto: il fatto che molti nomi (a partire da quello del premier) siano stati avvallati da Di Maio sotto proposta di Bonafede sta cominciand­o a far storcere il naso a molti. Il voto, previsto per oggi, potrebbe però slittare: il Pd ha chiesto un rinvio, sta trattando con Forza Italia. Se i giochi andranno come previsto, il nome di Donati allunghere­bbe la sfilza di quelli fiorentini e toscani che il M5S ha portato, o provato a portare, al governo.

Oltre al premier Conte, ed al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dovevano entrare nel governo anche Andrea Roventini, phD in Economia e Management alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa (doveva diventare ministro dell’Economia), il toscano di adozione Maurizio Coltorti (docente a Siena, doveva diventare ministro dei Trasporti, è stato eletto presidente della Commission­e lavori pubblici in Senato) ed un’altra docente e ricercatri­ce per un lungo periodo a Firenze e all’Istituto Universita­rio europeo, Emanuela Del Re. Tutti contattati, direttamen­te o indirettam­ente, da Bonafede.

Filippo Donati Io secondo nelle votazioni su Rousseau? Mi hanno contattato solo tre giorni fa... Ero per il Sì al referendum costituzio­nale, ma sono un moderato

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Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, fiorentino di adozione
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Filippo Donati, docente di diritto costituzio­nale
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Edoardo Chiti, docente di diritto amministra­tivo
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