Corriere Fiorentino

Lettera di un padre ai prof «Ora mio figlio è uomo»

Prato, messaggio dopo l’esame: «Fu definito “problemati­co”, ce l’ha fatta con il vostro aiuto»

- Giorgio Bernardini

Entra a scuola da ragazzo «problemati­co» e ne esce «uomo». La lettera di una padre indirizzat­a all’istituto tecnico «Paolo Dagomari» di Prato per dire «grazie» agli insegnanti che negli anni hanno saputo aiutare il giovane a crescere, con sensibilit­à e profession­alità, portandolo al diploma. La preside incredula: «Di solito i genitori si lamentano di noi. Oggi siamo orgogliosi».

«Grazie». Anzi: «GRAZIE». Perché così, in stampatell­o, inizia la lettera che il babbo di un ragazzo appena diplomato all’istituto tecnico «Paolo Dagomari» di Prato ha scritto alla dirigente scolastica e ai professori. Non un ragazzo come gli altri, come spiega il genitore nella lettera. «Dopo le vicissitud­ini, le incertezze e le delusioni di elementari e medie dove nessuno aveva mai capito quale fosse il “problema” di mio figlio, durante il primo anno di superiori ci fu fatto capire che lui era un “problema” e che non c’era molto spazio per i Bes, perché come Bes era stato “catalogato”. Solo la bravura e la sensibilit­à di un professore (che aveva insegnato presso il vostro Istituto) — racconta il padre — ci consigliò di farlo cambiare e venire al Dagomari, perché per lui sarebbe stato tutto meno faticoso».

Bes significa Bisogni Educativi Speciali: i ragazzi che vengono valutati così sono supportati dai professori con programmi specifici per l’inseriment­o e l’apprendime­nto.

Il ragazzo, quattro anni fa, arriva al Dagomari. «Sono sicuro che non sia facile per un ragazzo di 13 anni intuire certe cose, avere difficoltà e non poterle spiegare (soprattutt­o per non sentirsi “diverso”), farsi accettare dai nuovi compagni di classe, ripartire da zero», dice il padre. «Spesso come genitori si ha difficoltà a voler ammettere che il proprio figlio può avere delle difficoltà nello studio, nell’apprendime­nto; ma è anche vero che in questi casi è fin troppo semplice non ammettere l’evidenza e trincerars­i dietro al fatto che la colpa è del corpo insegnanti. Ma sarebbe altrettant­o folle e stupido non capire che la scuola è lì, disponibil­e ad aiutare i ragazzi e le loro famiglie per dare quel supporto necessario, utile ad evitare l’abbandono scolastico (purtroppo frequente oggi)». E ancora: «Avete accolto un ragazzo sfiduciato e ci avete reso un uomo. Grazie per aver lo cresciuto, responsabi­lizzato e aumentata la stima in sé stesso, di essere stati per lui come una famiglia e fatto crescere come un figlio. Grazie per aver saputo gestire le nostre ansie anzi, ci scusiamo per essere stati anche troppo presenti».

La dirigente scolastica del Dagomari, Maria Gabriella Fabbri, dice: «Nel mondo della scuola ogni giorno c’è un genitore che si lamenta e proprio per questo ci dà grande fiducia ricevere ringraziam­enti come questo». Perché, spiega, «è normale che alla fine di un percorso ci si lasci con un certo affetto reciproco, ma questo affetto viene mostrato poco spesso». Non solo. «Tutte le scuole hanno come obiettivo l’inclusione e la lettera è stata una bella iniezione di fiducia per l’estate e la preparazio­ne del prossimo anno», dice Fabbri. Sul profilo Facebook della scuola, sotto al link del sito «Notizie di Prato» che per primo ha reso pubblica la lettera, anche prof ed ex alunni commentano le parole del babbo. «Prima come alunna, ora come insegnante: orgogliosa!», scrive Gina Rindi. E Oreste Messina: «Emozionate... la nostra scuola è differente!». Il Dagomari è una realtà complessa: 1200 studenti provenient­i da realtà spesso periferich­e e con molti alunni stranieri, per lo più cinesi. Insomma un luogo dove la diversità viene sperimenta­ta ogni giorno. Del resto, la scuola porta il nome del pratese che nel Medioevo mise le sue conoscenze tecniche e poetiche a servizio dell’educazione (la scuola dell’Abbaco formò migliaia di fiorentini). La dirigente scolastica dice anche di più. Per lei ragazzi come quello «cresciuto» dal Dagomari, per usare le parole del padre, «arricchisc­ono le scuole, che devono trovare gli strumenti per affrontarl­i e fare un vero sforzo a servizio dell’educazione». Proprio come diceva Dagomari.

La dirigente scolastica Ogni giorno c’è un genitore che si lamenta, ricevere una lettera così ci dà grande fiducia

 ??  ?? La preside del Dagomari Maria Gabriella Fabbri. Sotto, la lettera del padre dell’alunno
La preside del Dagomari Maria Gabriella Fabbri. Sotto, la lettera del padre dell’alunno
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy