Corriere Fiorentino

Eldvi e Stela, fratelli «Finalmente italiani anche per la legge»

Oggi giureranno sulla Costituzio­ne

- Di Antonio Passanese

Eldvi e Stela Lachaj si sono sempre sentiti italiani, «anche se siamo fortemente ancorati alle nostre radici albanesi». Lui ha 20 anni, lei (la sorella) di anni ne ha 25: entrambi, accompagna­ti dalla madre Shiresa, sono arrivati in Toscana da Fier, il paesino a pochi chilometri da Valona che ha dato anche i natali al cantante Ermal Meta, nel 2005 per ricongiung­ersi al padre Viktor, operaio metalmecca­nico.

Dopo il diploma Eldvi ha subito iniziato a lavorare: «Mi occupo del carico e scarico bagagli all’aeroporto Vespucci». Stela invece frequenta la facoltà di Lingue ma per non pesare sulla famiglia si è trovata un’occupazion­e, anche lei nello scalo aeroportua­le di Peretola: «Sono hostess di terra».

Ai due fratelli Lachaj, questa mattina in Palazzo Vecchio verrà conferita la cittadinan­za italiana, dopodiché giureranno sulla Costituzio­ne e davanti al sindaco Dario Nardella. «Domani (oggi, ndr) si avvera un grande sogno — dicono i due ragazzi — che coltivavam­o da quando ancora vivevamo in Albania. In Italia abbiamo realizzato i nostri desideri, abbiamo tanti amici (Eldvi ha anche trovato l’amore: un anno fa si è fidanzato con una ragazza fiorentina, ndr) e ci sentiamo perfettame­nte integrati. Ma la cosa più entusiasma­nte è che ora potremo anche esprimere la nostra opinione attraverso il voto».

Stela, da bambina, era così eccitata all’idea di trasferirs­i nel nostro Paese che in casa, a Fier, costringev­a tutta la famiglia a seguire i programmi della tv italiana: «È così che ho imparato la lingua — racconta — E ho superato le prime difficoltà». Il primo giorno a Firenze — correva il febbraio di tredici anni fa — i due fratelli lo hanno passato a scuola e poi a passeggio per scoprire i segreti della città: «Ci siamo trovati in un mondo completame­nte diverso da quello che avevamo immaginato, e da quello in cui avevamo vissuto fino ad allora. Ci hanno colpito le strade asfaltate, i giardini, i parchi giochi, i negozi, le gente allegra e socievole. Nel quartiere popolare in cui vivevamo nel nostro Paese di provenienz­a, invece, c’erano solo ghiaia e palazzoni grigi».

Non appena Stela ed Eldvi riceverann­o il passaporto, partiranno per un lungo viaggio: «I Paesi che ti fanno entrare nei loro confini con i documenti albanesi sono pochissimi, ma non appena avremo il passaporto italiano recuperere­mo tutto il tempo perduto. Abbiamo sete di scoprire, di imparare e di fare nuove esperienze». Ma prima di progettare il futuro bisogna pensare a festeggiar­e quella che i Lachaj definiscon­o «una rinascita, una seconda vita», ovvero l’otteniment­o della cittadinan­za. «Il prossimo fine settimana con la mamma e il babbo abbiamo organizzat­o un pranzo in grande stile con zii e nonni, e alla fine brinderemo all’Italia e ai nuovi italiani«.

Obiettivi

Dai palazzi grigi di Fier ai parchi giochi Lavoriamo all’aeroporto e con il nuovo passaporto potremo iniziare anche a vedere il mondo

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