Corriere Fiorentino

«Ero già in azienda, anche a spolverare Ma poi le ragazze...»

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«Quando avevo 18 anni Firenze era una città più sicura di quella di oggi, ma sempre bellissima ed internazio­nale. Il traffico era inferiore ma non regolament­ato quindi disordinat­o e non c’era la tramvia che in pochi minuti collega bene punti molto distanti. I ragazzi come me si divertivan­o seguendo le passioni di sempre: gli sport, le ragazze, molte erano straniere. A diciotto anni fresco di diploma in ragioneria al Pacinotti in Borgo degli Albizi, scuola che avevo scelto su consiglio di mia madre Wanda quando era morto mio padre Salvatore per avere una attitudine pratica al lavoro, entrai subito in azienda». Parola di Ferruccio Ferragamo che ricorda con trasporto i suoi 18 anni a Firenze. «Stavo bene a casa mia. Non avrei mai desiderato andare via. La mia casa grazie a mia madre era un luogo sereno. Aperto ed internazio­nale. A quell’epoca lavoravo tutto il giorno nella nostra azienda: dalle otto della mattina alle sette e mezzo della sera. Facevo di tutto, dallo spolverare e prendermi cura dell’archivio di scarpe di mio padre a seguire la vita degli uffici. Poi quando staccavo mi divertivo come amano ancora oggi i ragazzi di questa età. Era un’epoca con meno tentazioni e vizi. Il più brutto vizio in cui si potesse incorrere era la sigaretta ma per fortuna non ho mai fumato». Il tennis nel campo di casa a Fiesole e il calcio erano i suoi sport preferiti. E poi c’erano le ragazze straniere. «Come quella che sarebbe diventata per più di venti anni mia moglie e da cui avrei avuto 5 figli».

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