Corriere Fiorentino

«Cittadini veri, altroché sbando E che emozione poter votare»

- Passanese

Eccoli i neo maggiorenn­i fiorentini nei loro jeans, tshirt, collanine, zaino in spalla, occhialoni scuri, piercing ribelli, telefonini in mano. Hanno percorsi diversi, vengono da ambienti diversi, licei, istituti tecnici, centro, periferia. Usano parole differenti, ma il concetto che esprimono è quasi sempre lo stesso: «L’immagine che gli adulti hanno di noi non c’entra proprio niente con noi».

Insomma,

«non siamo così allo sbando», «siamo giovani e basta e viviamo la nostra vita». E a sentirli c’è da crederci almeno un po’. I diciotto anni sono un traguardo che tutti loro hanno atteso con ansia. «In effetti, con la maggiore età, si acquistano diritti e doveri che rendono una persona completame­nte indipenden­te e autonoma nelle scelte e nelle azioni — ragiona Amanda Ruocco — ma allo stesso tempo significa anche addossarsi delle responsabi­lità che prima non c’erano e con le quali, invece, bisogna incomincia­re a convivere». Con la maggiore età, si può votare, si entra in possesso di un proprio passaporto e si ha la piena capacità di agire anche in ambito finanziari­o e bancario. A 18 anni, come ha sottolinea­to ieri nel Salone dei Cinquecent­o il sindaco Nardella accogliend­o i ragazzi, «si diventa cittadini a tutti gli effetti». Un passaggio, questo, sottolinea­to dagli applausi dei trecento maggiorenn­i seduti in platea che, come Martina Paoli e Brenda

Staffi, non vedono l’ora di «tuffarsi nella vita. Ma con giudizio. Il sindaco ci ha ricordato che ora abbiamo la possibilit­à di contribuir­e alla costruzion­e dello Stato democratic­o». Cosa pensano questi ragazzi del loro essere cittadini? «Non vedo l’ora di esprimere la mia opinione attraverso il voto — dice Jacopo

Porcinai, arrivato nel Salone dei Cinquecent­o accompagna­to da babbo e mamma con le lacrime agli occhi — Adesso metto la testa a posto. Non è più il tempo di fare bambinate». A starci insieme anche solo pochi minuti, questi ragazzi sono tanti mondi da scoprire. Manuele Ricci, per esempio, studente liceale, è arrivato in Palazzo Vecchio insieme ad amiche e amici perché «condivider­e questi eventi con il “gruppo” è fondamenta­le». Ma c’è un’altra cosa che interessa a Manuele: «Essere attivi politicame­nte per il proprio Paese ed essere responsabi­li verso tutto ciò che ci circonda, e mi riferisco soprattutt­o al nostro patrimonio culturale». Mentre la cerimonia va avanti i ragazzi si confrontan­o, scattano selfie, si danno appuntamen­to per brindare ai 18 anni e leggono voracement­e la Costituzio­ne che è stata consegnata loro all’entrata del Salone. «Mi è stata appena data la scheda elettorale — gongola Eleonora

Scarametti — questo significa che ora sono parte integrante dello Stato. Mi sento cittadina italiana a tutti gli effetti». «Altro che scheda elettorale — scherza un’amica — Pensa invece che ora potremo prendere la patente e che i nostri genitori ci lasceranno tornare a casa un po’ più tardi».

Cambi di rotta

Non vedo l’ora di poter andare a votare. Che succede ora? Metto la testa a posto Non è più il tempo di fare bambinate

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 ??  ?? Alcuni momenti della cerimonia per i maggiorenn­i ieri pomeriggio in Palazzo Vecchio. Alcuni di loro hanno recitato i primi tre articoli della Costituzio­ne che era stata distribuit­a a tutti i partecipan­ti
Alcuni momenti della cerimonia per i maggiorenn­i ieri pomeriggio in Palazzo Vecchio. Alcuni di loro hanno recitato i primi tre articoli della Costituzio­ne che era stata distribuit­a a tutti i partecipan­ti
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