«Basta scogli e infradito Cambiamo mentalità»
«Livorno non è più una città che vive di assistenzialismo e porto. Ha una nuova generazione di imprenditori che prepara la svolta in un turismo fatto di esperienze». Toto Barbato, operatore culturale e ristoratore, suona la carica del cambiamento.
Vecchi contro giovani? «Quella vecchia, in parte, è ancora così. Ma c’è una nuova generazione di imprenditori che rifiuta questi antichi cliché e si tira su le maniche». Antichi, ma ostinati.
«Il cliché del livornese in pensione sdraiato sugli scogli o col posto fisso al porto, non basta più. Oggi chi non fa nulla non lo fa più per scelta come un tempo, ma per fame. La crisi occupazionale ci ha costretto a re-inventarci: strutture ricettive, hotel, b&b, nuovi pub, li hanno tirati su quelli nati negli anni 70-80».
Nel suo caso, la vita serale.
«Oggi Livorno ha una vita notturna più ricca e viva di Firenze e a Pisa. E nella cultura? Da Modigliani e Mascagni a Bobo Rondelli e gli Zen Circus, e Effetto Venezia che non è più una sagra del palloncino e dello zucchero filato ma una cosa seria, un mese di eventi in Terrazza Mascagni, la Fortezza che ogni sera propone qualcosa, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno».
L’Irpet dice che i soldi del turismo non restano in città.
«È vero, ma Livorno può avere un boom senza precedenti sfruttando il turismo esperienziale contro quello delle “città presepe”. A Venezia non bevi lo spritz chiacchierando con i veneziani, ma qui mangi il cacciucco insieme ai livornesi. Noi del cambiamento in atto ce ne siamo accorti. Le istituzioni no, è bene che ci ascoltino: siamo una città ganza un monte».