Affitti low cost a Boboli, assolta Marino «Nessun abuso sul regolamento»
Dopo la Corte dei Conti anche il tribunale ha stabilito che non fu commesso alcun reato
Non dispose la modifica del regolamento per continuare a vivere in una casa con vista su Boboli. Così ha stabilito il tribunale di Firenze che ha assolto la ex soprintendente ai Beni architettonici, storici e paesaggistici di Firenze Alessandra Marino dall’accusa di abuso d’ufficio. Dopo un’ora di camera di consiglio il collegio presieduto da Ettore Nicotra ha respinto la richiesta di condanna a 8 mesi avanzata dal pm Tommaso Coletta con formula piena: «Il fatto non sussiste» hanno deciso i giudici.
L’architetto, che non ha mancato un’udienza, anche ieri era in aula ad ascoltare il verdetto. Soddisfatto il difensore Pier Matteo Lucibello: «I giudici hanno riconosciuto l’assoluta infondatezza del reato contestato dalla Procura».
Al centro dell’inchiesta era finito un appartamento di 78 metri quadri di proprietà demaniale, in piazza Pitti. L’architetto Marino ha ricoperto il ruolo di soprintendente per i beni architettonici dal 2009 al 2016, quando ha assunto un nuovo incarico a Roma. Ma, secondo la ricostruzione dell’accusa, ha continuato a vivere in quell’abitazione con vista sui giardini di Boboli an- che dopo trasferimento nella capitale. Secondo il pm Tommaso Coletta, avrebbe disposto la modifica del «Regolamento provvisorio per la determinazione del canone di concessione degli alloggi demaniali» in palese conflitto di interessi. All’articolo 11, era stata introdotta la previsione secondo cui anche i dipenInvestire denti trasferiti in un’altra città potevano continuare a godere dell’alloggio, versando anche un canone maggiorato. In questo modo avrebbe costituito la base normativa per ottenere il rinnovo del contratto di concessione dell’appartamento che altrimenti sarebbe scaduto nel settembre 2016.
È la seconda assoluzione per l’ex soprintendente Marino, coinvolta nell’affaire degli immobili monumentali affittati a prezzi stracciati. Ad aprile, la Corte dei conti aveva fatto cadere l’accusa di danno erariale.
L’inchiesta della procura contabile era partita dalla campagna di stampa sull’affitto low cost di alcuni appartamenti con affacci su Boboli concessi a dirigenti della Soprintendenza e ai loro familiari. Le indagini della guardia di finanza aveva fatto emergere che gli affitti erano cinque volte inferiori a quelli di mercato. I giudici hanno poi accertato che i canoni non sono stati adeguati per colpa di «norme incerte e contraddittorie» e dell’«atteggiamento attendista del Ministero» assolvendo la ex soprintendente per mancanza di colpa grave.