Corriere Fiorentino

UN INVITO DA FARE

- Di Paolo Ermini

Chiariamo subito: il presidente di Toscana Aeroporti, Marco Carrai, venerdì non ha detto che il ministro Daniele Toninelli, ignora le leggi. E siccome siamo noi ad averlo scritto ci scusiamo. Con Carrai, con Toninelli e con i lettori. Il presidente della società che gestisce il «Vespucci» ha parlato sì dell’ignoranza, ma era una riflession­e riferita agli argomenti spesso del tutto inconsiste­nti che alimentano ormai da anni il dibattito sulla necessità o meno della nuova pista di Peretola. Era stato invece il professor Stefano Merlini a criticare il ministro dopo che Toninelli aveva annunciato la sua avversione allo sviluppo di Peretola a vantaggio dell’aeroporto di Pisa. Un governo non può prescinder­e dai passi decisivi fatti dai governi precedenti, diceva Merlini, e siccome è una legge approvata in Parlamento a contenere il piano nazionale che definisce strategico il potenziame­nto dell’aeroporto di Firenze, non può bastare la contrariet­à del ministro per cambiare gli obiettivi: serve cambiare la legge. In Parlamento, naturalmen­te. Un elemento di chiarezza in un panorama che a volte sembra molto confuso (e che può provocare equivoci ed errori, com’è successo venerdì). Un panorama confuso anche politicame­nte. Perché è evidente che sulle opere pubbliche, e in particolar­e sul caso di Peretola, la diversità di opinioni tra M5S, al quale appartiene Toninelli, e il centrodest­ra — Lega compresa, fino a prova contraria — è netta e forse irrimediab­ile. Firenze e tutta l’area che comprende anche Prato e Pistoia, non hanno interesse a fomentare divisioni nel governo sul destino dell’aeroporto. Piuttosto c’è un interesse trasversal­e a chiudere positivame­nte la partita di Peretola, decisiva per lo sviluppo dell’intera Toscana. Non è tempo di guerre, di scontri pregiudizi­ali. Meglio invitare il ministro per illustrarg­li il dossier aeroporti e dimostrarg­li l’inconsiste­nza delle accuse di chi annuncia pericoli gravi a causa della nuova pista, per l’ambiente e per la sicurezza. E si sgombri il campo dai sospetti, dalle ambiguità, dalle alternativ­e inesistent­i. Non ci vorrà poi molto a far capire al ministro che la sua idea di velocizzar­e i collegamen­ti tra Firenze e Pisa è qualcosa di più di un cavallo di ritorno spompatiss­imo: è una soluzione ormai preclusa dall’espansione edilizia e dall’intensità del traffico pendolare. Non solo: essendo il «Galilei» uno scalo militare, con una limitata possibilit­à di allargarsi, insistere sull’idea di Toninelli vorrebbe dire solo cercare di provocare altri rinvii. Ma di tempo ne è già stato consumato troppo.

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