Firenze 2019, laboratorio anti Lega e M5S «Serve qualcosa a destra del Pd»
Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobottega) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva
Nel Pd s’affaccia di nuovo — ma forse mai se n’era andata — la tentazione di dialogare con il M5S. Il punto d’arrivo di questo dialogo è la costruzione di una possibile maggioranza di governo alternativa a quella fra Lega e Cinque stelle. «Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle non sono la stessa cosa perché Salvini è la destra estrema, reazionaria e pericolosa. Invece più della metà degli elettori dei 5 Stelle erano nostri elettori fino a pochi mesi o anni fa», ha detto nei giorni scorsi Dario Franceschini. «Per questo non dovremo chiudere completamente la porta» al Movimento 5 Stelle, «ma abbiamo il dovere di mantenere uno spiraglio. C’è bisogno di fare emergere le contraddizioni in questo schieramento così improbabile». In politica, ha aggiunto l’ex segretario del Pd, «esiste il contenimento del danno. Sapevamo chi era Salvini e dovevamo fare di tutto per non consegnargli il Paese, per l’Italia e per l’Europa». Dopo le elezioni del 4 marzo, ha detto Franceschini, «non dovevamo dire che c’erano due vincitori che dovevano governare insieme. Così abbiamo lavorato per spingere i Cinque Stelle in braccio a Salvini. Dovevamo sederci a quel tavolo e cercare di strappargli i Cinque Stelle». Invece «abbiamo buttato l’Italia, uno dei fondatori dell’Europa, in mano a Salvini».
Insomma, ha osservato Giuliano da Empoli, «ormai è ufficiale. Il Pd non farà l’opposizione perché una parte dei suoi dirigenti ritiene che dovrebbe allearsi con il principale partito di governo, e lo dichiara apertamente. Good night and good luck». Eppure, ha aggiunto lo scrittore vicino a Matteo Renzi, «mi pare evidente che in Italia esista l’immensa, insoddisfatta domanda di un’opposizione implacabile che sia anche in grado di costruire un’alternativa credibile al governo dei trumpisti allo sbaraglio, mentre non mi sembra che ci sia alcuna domanda — o spazio politico — per una stampella cattocomunista all’algoritmo grillino».
Lo spazio c’è davvero? Gabriele Toccafondi, deputato eletto con Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, già dirigente di Forza Italia, già sottosegretario all’Istruzione nei governi Renzi e Gentiloni, è d’accordo con da Empoli. «Che c’entriamo noi con i grillini, con la demagogia e con il trumpismo d’assalto in salsa italiana? Tutti coloro che ci stanno a costruire un’alternativa devono guardarsi intorno», dice Toccafondi. «Io non lo chiamerei Fronte popolare, come vorrebbe qualcuno, ma lo spazio politico per costruirlo c’è». Secondo Toccafondi, si può partire intanto dalle amministrative dell’anno prossimo. «Naturalmente, da Empoli guarda alle prossime politiche, quindi servirebbero alcuni anni. Però già l’anno prossimo ci sono le elezioni amministrative, che da sempre sono un laboratorio in cui fare esperimenti. C’è Firenze, anzitutto. E evidentemente uno non può non stare con Dario Nardella, se si tiene conto dello spazio politico appena descritto». Attenzione però, avverte Toccafondi. «Firenze ha avuto parecchi esperimenti. Qui si sono inventati l’Ulivo con Mario Primicerio nel 1995 e il dialogo tra cattolici e progressisti. Qui si sono inventati l’alleanza con Di Pietro. Qui si sono inventati la rottamazione. Ecco, ora spero che non inventino qui la restaurazione, che sarebbe il ritorno ai Ds, ma spero anche non s’inventino l’alleanza cattocomunista con i Cinque Stelle». Al contrario, il Pd e i moderati che un tempo stavano nel centrodestra potrebbero sperimentare un partito nuovo insieme. Le sfide locali di Firenze, Prato, Livorno «possono avere un senso in quest’ottica: un’alleanza che costruisca qualcosa oltre il Pd. Poi vediamo che cosa fare anche a livello nazionale: serve un soggetto nuovo che rappresenti quell’area che vuole fermare l’algoritmo a Cinque Stelle e il trumpismo. Un’area di gente normale: dai delusi della Lega fino a chi sosteneva i governi Renzi e Gentiloni, cioè il Pd».
A Firenze, per il momento, la questione è molto chiara: «Vuoi Nardella o il leghista Guglielmo Picchi? Naturalmente Nardella, ma serve un percorso — continua Toccafondi — Io non posso votare Pd, quindi c’è bisogno di un contenitore politico per chi la pensa come me. Non credo che un’altra lista civica sia utile: l’ultima volta è servita a traghettare 3 consiglieri comunali che poi si sono iscritti al Pd. Serve dunque un partito o un soggetto politico che sia alla destra del Pd, rappresentativo non solo di Nardella come candidato sindaco ma anche utile per la sperimentazione di ciò che verrà dopo. Il programma è chiaro: sì a tramvia, alta velocità, sviluppo dell’aeroporto, basta ideologie sui rifiuti». Prossima fermata: Firenze.
Toccafondi Costruiamo un’area di gente normale: dai delusi della Lega fino a chi ha sostenuto Gentiloni e Renzi Non credo che un’altra lista civica sia utile, serve un partito o un soggetto politico alla destra del Pd, con Nardella candidato sindaco