Corriere Fiorentino

Con una giraffa in piazza Signoria

- Di Luca Scarlini

Il 18 novembre 1487 Piazza della Signoria venne presa d’assalto, per vedere la grande novità. Il sultano dell’Egitto Qaitbay, rivale degli Ottomani, e quindi saldo alleato dei Medici, aveva inviato in dono una giraffa, che in antico si chiamava cameloleop­ardo, forse per ricordare come quell’esotico animale fosse stato in bella vista anche nel corteo di trionfo di Giulio Cesare. L’animale fece sensazione, perfino le monache di clausura, chiesero una speciale dispensa al vescovo per poter vedere la mirabile creatura. Giorgio Vasari dipinse in seguito l’episodio in Lorenzo riceve doni dagli ambasciato­ri, nel quartiere di Leone X a Palazzo Vecchio. La creatura ebbe breve vita, nelle lussuose stalle che le erano state preparate: nella costernazi­one generale, si ruppe il collo nel gennaio dell’anno dopo. L’impero mamelucco ebbe vita dal 1250 al 1517, poi venne spazzato via dagli ottomani. Qaitbay, protettore delle arti e dell’architettu­ra, viene ritratto da Paolo Giovio in una sua incisione come un vecchio indomito, dalla lunga barba, e con un candido turbante in testa.

Della sua relazione con Firenze narra benissimo la mostra Islam e Firenze a cura di Giovanni Curatola, divisa tra Uffizi e Bargello, con una coda alla Biblioteca Nazionale, in cui si ripercorro­no trame culturali complesse, eppure sempre vivissime e sorprenden­ti, tra le due sponde del Mediterran­eo.

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