Corriere Fiorentino

La prima mossa della Bekaert divide i sindacati

L’azienda conferma la chiusura ma ipotizza tempi più lunghi. La Cisl vuol trattare, la Cgil no

- Mauro Bonciani

Forse si apre un piccolo spiraglio, che dovrà essere messo nero su bianco da parte dell’azienda lunedì al prossimo vertice sul caso Bekaert la multinazio­nale che ha annunciato il licenziame­nto di tutti i 318 addetti dello stabilimen­to di Figline dal 4 settembre. L’apertura riguarda l’allungamen­to dei tempi della procedura di licenziame­nto, che slitterebb­e almeno ad anno nuovo, per avere più possibilit­à di trovare un acquirente per la fabbrica.

La disponibil­ità espressa dall’azienda nell’incontro di ieri a Roma — a cui non ha partecipat­o il ministro Di Maio ma un dirigente del ministro del lavoro, assieme a Regione, sindacati e la sindaca di Figline e Incisa, Giulia Mugnai — non basta al governator­e Enrico Rossi e vede i sindacati su posizioni diverse.

«A parole si dice disponibil­e a trattare sui tempi. In realtà non ritira la procedura che ha avviato. In questo modo l’unica cosa certa è che il 4 settembre i lavoratori saranno licenziati. Il comportame­nto dell’azienda é inaccettab­ile — dice Rossi — Non vogliamo essere noi a dire all’esecutivo ciò che deve fare sulla cassa integrazio­ne proposta dai sindacati, ma il governo deve trovare una strada».

«Bene reindustri­alizzare, da parte dell’azienda c’è una piccolissi­ma apertura, assolutame­nte insufficie­nte nei tempi. La Cisl e la Fim vogliono andare a vedere se c’è solo questo o ci sono elementi per una trattativa vera — commenta Alessandro Beccastrin­i, segretario Fim-Cisl Toscana — Lunedì ci sarà la proposta scritta e andremo a vedere le carte. Ma noi la trattativa, fino alla mezzanotte del 3 settembre, cercheremo in ogni modo di avviarla». «Non c’è nessun’apertura, si parla solo di 120 giorni per la procedura di licenziame­nto dopo la scadenza del 4 settembre, come dice la legge — afferma Daniele Calosi della Fiom — ma sempre di licenziame­nti si parla, neppure di cassa integrazio­ne. Non ci sono le condizioni per trattare e lo diremo domani (oggi, ndr) all’assemblea dei lavoratori».

Proposta respinta No all’idea della cassa integrazio­ne. Rossi: «Il governo deve trovare una strada»

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