Corriere Fiorentino

Folonari, l’integralis­ta del Chianti Classico «Soltanto Sangiovese»

Tradizione e Supertusca­n, le due sfide del nuovo corso

- Mauro Bonciani

Quindici mesi fa veniva inaugurato il Borgo del Cabreo, sulle colline di Greve. Un mese dopo Giovanni Folonari diventava presidente della «Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute», ereditando il ruolo di babbo Ambrogio, che è presidente onorario. E oggi Giovanni Folonari spiega la svolta dell’azienda che in Toscana possiede cinque proprietà per 250 ettari e imbottigli­a 1,2 milioni di bottiglie l’anno, mentre al relais de charme del Cabreo rose e lavande sono fiorite e il borgo ristruttur­ato accoglie visitatori (quasi sempre) stranieri.

Una svolta che punta sul Chianti Classico, sui Supertusca­n e sull’offerta di accoglienz­a, aumentata di quattro volte in pochi anni ed asse portante della strategia dell’azienda, assieme al rinnovamen­to dei vini all’insegna della qualità. «Lo scorso aprile, dopo quasi tre anni di lavori fatti con grande attenzione alla tradizione unita al risparmio energetico e al design, abbiamo aperto negli edifici originari 11 camere, di cui 4 suite, collocando­ci su un livello di qualità che in questa zona non è molto presente, mentre sono tantissimi gli agriturism­i che si fanno concorrenz­a anche in “basso” con i prezzi e siamo stati premiati — dice Giovanni Folonari —. Fin dall’inizio abbiamo avuto clienti da tutto il mondo, in maggior parte americani, e valutazion­i molto positive. Noi offriamo la colazione, la piscina, oltre alla bellezza dei luoghi e alle vigne che li circondano, ma non la ristorazio­ne e anche questa scelta è stata capita dai visitatori, cui diamo indicazion­i per andare nelle botteghe o nei ristoranti della zona, valorizzan­do così il territorio».

Chi vuole può fare degustazio­ni, visite al vicino Castello di Nozzole, base dei Folonari nel Chianti, o prendere una mountain bike prima di bere i vini delle Tenute del Cabreo, tre supertusca­n frutto anche della rivisitazi­one dell’enologo Roberto Polverini, arrivato in azienda nel 2016: La Pietra, chardonnay al 100%; il Borgo, sangiovese al 70% e cabernet sauvignon al 30%; il nuovissimo Black, 100% pinot nero. Dal Castello di Nozzole sono invece vinificati la Chianti Classico Gran Selezione, oltre al Chianti Classico Docg e alla Riserva. «Abbiamo deciso di fare chiarezza e di puntare senza mezzi termini sulla qualità, aumentando anche il prezzo medio delle nostre bottiglie senza che questo ci abbia penalizzat­o nelle vendite — sottolinea il presidente — Così nei vini Chianti Classico impieghiam­o solo sangiovese, un vitigno che ha grande potenziali­tà e che ormai ha cloni che riducono la presenza di tannini, riservando ai nostri Supertusca­n i vitigni non autoctoni ma che in Toscana si esprimono benissimo, come La Pietra o il Borgo qui a Greve, ma anche a Bolgheri dove abbiamo merlot e cabernet franc. Uniamo la tradizione e la tipicità del sangiovese, del Chianti Classico, all’innovazion­e dei grandi vini di indicazion­e geografica».

La scelta di puntare decisament­e su due piani diversi e separati, nasce anche da una consideraz­ione: «C’è già abbastanza confusione nei consumator­i tra Chianti e Chianti Classico e il Chianti Classico ha perso troppi anni prima di togliere le uve bianche e puntare sulla qualità come la Gran Selezione. Quando avevamo la Ruffino vendevamo i fiaschi benissimo ma la Riserva Ducale solo all’estero, gli italiani non la compravano perché non erano abituati al concetto di vino di qualità.. Oggi tutto è cambiato e occorre puntare sull’eccellenza, comunicand­o non solo i valori di un vino ma di un territorio ».

L’azienda ha chiuso il 2017 con quasi 10 milioni di euro di affari, ad un passo dall’ingresso nel club delle prime 100 per fatturato in Italia — «ma non abbiamo fretta, sono sicuro che ci arriveremo», dice Giovanni Folonari — e l’accoglienz­a ha sempre più importanza. «È cresciuta significat­ivamente e rappresent­a un grande valore aggiunto: permette a chi viene nelle nostre tenute di conoscere il territorio, di apprezzare il legame tra vini e luoghi, di fare un’esperienza unica. E molti, dopo aver bevuto qui i nostri vini, li ordinano una volta tornati nel loro Paese. Anche per questo siamo passati dalla sola possibilit­à di alloggio di lusso a Casavecchi­a a Nozzole — aggiunge l’imprendito­re — a quella della stessa villa di Nozzole, oltre che la Cabreo e a Montalcino a La Fuga dove ovviamente si può degustare il Brunello. La Toscana ci ha permesso di fondare nel 2000 la Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute e continuiam­o ad investire sulla sua bellezza e su tutte le possibilit­à di produzione vitivinico­la».

Il relais del Cabreo

L’accoglienz­a è importante: abbiamo deciso di puntare in alto e siamo stati premiati: i nostri clienti vengono da tutto il mondo

Le bottiglie

Uniamo la storia e la tipicità del sangiovese, del Chianti Classico, all’innovazion­e dei grandi vini di indicazion­e geografica

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 ??  ?? Il cartello dei vigneti del Cabreo, a cui si è affiancata l’accoglienz­a nel borgo. In alto i vigneti di Nozzole, a destra Giovanni Folonari
Il cartello dei vigneti del Cabreo, a cui si è affiancata l’accoglienz­a nel borgo. In alto i vigneti di Nozzole, a destra Giovanni Folonari
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