Corriere Fiorentino

Vaccini variabili, Saccardi attacca «Noi andiamo avanti con l’obbligo»

L’assessore sul disegno di legge del ministro Grillo: peggior compromess­o possibile

- Giulio Gori

Un piano per stravolger­e la legge Lorenzin sull’obbligo dei vaccini. Lo ha annunciato il ministro della salute Giulia Grillo che, entro la fine dell’estate, porterà in Parlamento un disegno di legge basato su due presuppost­i: un obbligo (a vaccinarsi) variabile, che resti in vigore solo nelle Regioni con un tasso di copertura sotto il 95 per cento (ovvero la soglia di «immunità di gregge» indicata dall’Organizzaz­ione mondiale della Sanità), e la sostituzio­ne dell’esclusione da asili nido e scuole materne, per i non vaccinati, con le multe ai genitori. Il governator­e Enrico Rossi, al Corriere della Sera, ha manifestat­o la sua contrariet­à alla riforma Grillo: «È un errore grossolano, tanto più che noi (in Toscana, ndr) siamo organizzat­i ottimament­e grazie a un’anagrafe regionale, cui possono accedere i dirigenti scolastici e con cui i genitori hanno la vita semplifica­ta».

La quasi totalità delle scuole toscane aderisce infatti a una procedura che consente di rinunciare a certificat­i e autocertif­icazioni, verificand­o automatica­mente (attraverso un rapporto diretto tra Asl e scuole) lo stato vaccinale degli studenti. Non tutto fila liscio, tuttavia: alcune scuole in cui in teoria dovrebbe essere in vigore la procedura semplifica­ta hanno inviato ai genitori la richiesta di autocertif­icazione.

Di fronte al rischio che qualcuno possa dichiarare vaccinazio­ni mai fatte, «verificher­emo una a una le autocertif­icazioni — assicura l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi — E in caso di dichiarazi­one mendace, non solo scatterann­o i provvedime­nti di legge (la multa o l’esclusione da scuola, ndr) ma anche una denuncia penale».

Saccardi, come Rossi, è critica sulla proposta del ministro Grillo: «È una delle peggiori soluzioni di compromess­o; si continua a non capire che quando si governa si deve decidere — spiega — E questo modello di obbligo variabile è sbagliato, sia perché la gente non resta ferma, ma si muove da una regione all’altra, sia perché una stessa regione rischia di avere l’obbligo un anno sì e un anno no, a seconda di come va l’andamento delle coperture vaccinali. Non ha senso».

«In Toscana i tassi di copertura vaccinale, grazie alla legge sull’obbligo, sono finalmente saliti — aggiunge l’assessore — Ma nel caso in cui la legge Grillo venisse approvata, valuteremo la possibilit­à di portare ad approvazio­ne la legge regionale sull’obbligo».

Una proposta di legge, varata dalla giunta un anno fa, che impediva ai bambini non vaccinati di andare all’asilo nido e che si fermò prima dell’approvazio­ne in aula perché diventata inutile, alla luce dell’emanazione del decreto Lorenzin.

Che una Regione possa reintrodur­re un obbligo abrogato dal Parlamento sembra possibile (ma con alcuni se), secondo il professor Andrea Simoncini, costituzio­nalista dell’Università di Firenze: «Una Regione può intervenir­e per elevare il livello di tutela della salute pubblica stabilito dallo Stato, non per ridurlo — dice — Ma se la legge nazionale dovesse esplicitar­e che non si può impedire l’accesso a scuola ai bambini, la Regione non potrebbe intervenir­e».

Competenze

Andrea Simoncini, costituzio­nalista, sostiene che una Regione non può impedire l’accesso a scuola se la legge nazionale invece lo prevede

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L’assessore regionale Stefania Saccardi
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Il ministro Giulia Grillo

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