Set, costumi, attori: il boom del cinema nella città dei telai
Spazi per le produzioni, coinvolgimento delle aziende tessili, attori, registi, tecnici A meno di un anno dall’apertura delle Manifatture Digitali la città è sempre più un set. E fa affari
Camminando per il centro storico di Prato, è facile imbattersi in questi ultimi mesi in folti gruppi di macchinisti, attori, costumisti di scena, tecnici, comparse. Tutti circondati dall’affetto e dalla curiosità dei passanti che — in forma di capannello — sbirciano da pochi centimetri per capire come funziona la grande macchina del cinema.
Doveva essere un valore aggiunto, ma è diventato in meno di un anno il business che traina gli altri settori. Ed è già tempo di misurare i benefici che l’apertura a Prato dell’hub cinematografico Manifatture Digitali — l’edificio inaugurato meno di un anno fa in via Santa Caterina, proprio di fronte alla piazza Niccolò Cardinale appena restaurata — ha portato all’industria dell’intero territorio. Non solo alberghi e ristoranti, che hanno ovviamente goduto delle permanenze delle numerose produzioni che sono già sbarcate in città, ma anche le aziende che si legano al core business della produzione tessile hanno cominciato a macinare utili inattesi legati alle commesse per i costumi di scena. Le commesse sono arrivate direttamente dal nuovo «cineporto», dove gli abiti sono stati prodotti in forma primordiale e poi mandati in produzione.
Il gioco del ritorno d’immagine è stato immediato, giunto sulla base di una offerta che nel mondo del cinema pare avere in questo periodo molto mercato: è bastato, si fa per dire, offrire in comodato d’uso lo spazio per le grandi produzioni. «Praticamente concediamo gratuitamente una ‘casa in affitto’ per le produzioni che hanno sede in altre città, ma hanno bisogno di girare in piccoli centri storici per le ambientazioni. In passato — spiega la responsabile area cinema di Fondazione Sistema Toscana, che comprende anche le Manifatture digitali, Stefania Ippoliti che è anche a capo dell’Italian Film Commission — queste scene potevano esser girate in un semplice teatro di posa, ma ovviamente la convenienza di poter usufruire di un set reale a costi bassissimi ha fatto la differenza. Non c’è bisogno di ricostruire ambientazioni e queste sono ancora più fedeli, perché già esistenti». E così è stata la volta di Leonardo Pieraccioni con il suo ultimo film, Se son rose, che ha girato in parte al polo universitario della città, ai margini del centro, oltre che all’interno del giardino Buonamici, proprio dietro a Palazzo Pretorio. Dopo di lui è toccato a Cinzia Th Torrini, con la fiction Pezzi Unici, che ha trasformato via Muzzi (accanto a piazza del Comune) in un teatro a cielo aperto. Prima ancora l’ultimo film di Maria Grazia Cucinotta, mentre sono già numerosi i video di artisti musicali che hanno deciso di scegliere Prato come set.
Un’iniziativa che oltre alle aziende del territorio ha coinvolto anche i giovani liberi professionisti pratesi che lavoravano già in questo mondo. E che mai si sarebbero aspettati di lavorare a casa. Attori, parrucchieri, tecnici, professionisti del suono, aiuto-registi: in decine hanno fatto ritorno a casa da Roma in questi mesi per una trasferta del tutto particolare, quella nel luogo d’origine. «Questo investimento — spiega l’assessore comunale alle at- tività produttive Daniela Toccafondi — è stato fortemente voluto. Il rafforzamento economico della città su un settore alternativo, prendendo spunto dalle considerazioni del professor Giacomo Becattini era il nostro obiettivo. Abbiamo fatto lo sforzo di guardare intorno al tessile e abbiamo trovato una storia infinita di professionalità che ruotavano attorno al mondo del cinema. Ora si tratta solo di accelerare questo circuito, perché siamo solo all’inizio». Il corso di laboratorio sui costumi che si tiene alle Manifatture, affidato ad Alessandro Lai, ha già formato trentasei persone che hanno portato alla produzione dei costumi del kolossal tv I Medici, la cui seconda parte andrà in onda ad ottobre su Rai Uno: i prototipi sono stati duplicati e prodotti da imprese pratesi e toscane. «Non è più il cinema che porta occupazione ad alberghi e ristoranti, ma quello che traina il settore produttivo — puntualizza Stefania Ippoliti — Ma le novità non sono che cominciate ora, dato che produzioni nazionali e internazionali del cinema, di cui non posso parlare per motivi di riservatezza, hanno sondato la possibilità di girare qui nei prossimi mesi». Sia l’attrice Luisa Ranieri, che l’attore-regista icona Carlo Verdone, partecipando a iniziative del mondo del cinema che si sono svolte in città nelle ultime settimane, sono rimasti molto colpiti dalla bellezza del centro storico e dalle possibilità che offre per la cinematografia. «Noi — conclude Ippoliti — contiamo presto di lanciare dei master sul settore dei costumi di livello europeo, oltre che promuovere questo centro per attrarre università straniere in Toscana, dato che molte sono concentrate solo sulla città di Firenze». La novità prossima per il futuro di questo connubio è la collaborazione che sta nascendo tra Manifatture Digitali e il regista, animatore e sceneggiatore Enzo D’Alò. In questi giorni sono in atto colloqui e scambi di documenti per comprendere se la città, come sembra, possa diventare anche un polo di produzione dell’animazione. Al regista de La gabbianella e il
gatto è stato offerto l’uso gratuito di una parte della struttura, che si prepara ad ingrandirsi dopo l’apertura dei laboratori e dello spazio per le case di produzione. In cambio gli verrà chiesto di tenere dei corsi professionali che riguardano le tecniche del cinema di animazione.
Il rafforzamento economico su un settore alternativo era il nostro obiettivo Ora va accelerato questo circuito