Corriere Fiorentino

Confessa il prete delle violenze

Calenzano, don Glaentzer ai magistrati: «È stata la bambina a prendere l’iniziativa»

- Innocenti, Mollica, Storni

Ha ammesso tutto don CALENZANO (FIRENZE) Paolo Glaentzer, il sacerdote settantenn­e di Calenzano arrestato lunedì sera per aver abusato di una bambina di undici anni, sorpresa in auto con lui. «È accaduto altre volte — ha detto alla pm della Procura di Prato Laura Canovai — ma è stata sempre lei a prendere l’iniziativa». La famiglia della bambina è seguita da anni dai servizi sociali. Il sacerdote è stato adesso sospeso dalla Curia. Questa mattina davanti al gip si terrà l’udienza di convalida dell’arresto.

«Sì, è vero. Ma è stata lei a prendere l’iniziativa». Don Paolo Glaentzer, 70 anni, siede di fronte alla pm Laura Canovai della Procura di Prato e confessa l’inimmagina­bile. Sì, lunedì sera alle 22.40 era in una zona appartata di Calenzano dentro la sua Giulietta con una bambina di 11 anni. E ha abusato di lei. I carabinier­i lo hanno fermato poco prima con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Lui ascolta le domande della pm e risponde con una freddezza che lascia senza parole. Non ha un attimo di cedimento, sembra quasi non rendersi conto di quello che sta accadendo. Racconta nei dettagli quello che è successo, quella sera e le altre sere. Perché non è stata la prima volta di don Paolo con la bambina. «È successo altre volte» ammette come se fosse la cosa più normale di questo mondo, come se lui non fosse un prete e lei non fosse una bambina di undici anni.

Don Paolo Glaenzer si trova adesso agli arresti domiciliar­i nella parrocchia San Ruffignano a Sommaia, dove fino a ieri rivestiva la carica di economo. Ed è stato sospeso dall’esercizio delle sue funzioni dal cardinale Giuseppe Betori. Questa mattina sarà interrogat­o dal gip Francesco Pallini che dovrà decidere se convalidar­e l’arresto. Ieri sera l’avvocato Filippo Bellagamba ha rinunciato al mandato, così don Paolo sarà assistito solo dall’avvocato Valeria Fontana.

L’inchiesta dei carabinier­i dei carabinier­i di Signa nasce lunedì sera, quasi per caso, quando due vicini di casa, padre e figlio, vedono il religioso suonare alla porta della famiglia disagiata seguita da anni dai servizi sociali. In quella casa le visite del sacerdote sono frequenti. Nel 2013 la bambina era stata già affidata dal tribunale per i minori a un istituto ma dopo un anno la piccola era ritornata in famiglia grazie anche all’aiuto di don Paolo.

Lunedì dopo cena la piccola è scesa di casa insieme al fratello più grande, poi lui è rientrato e lei è salita in macchina. Questa volta i vicini, insospetti­ti, hanno deciso di seguirli e così — stando ai loro racconti — pochi metri dopo hanno interrotto una scena terribile: la bambina è accanto al posto di guida con la maglietta alzata, il religioso è in atteggiame­nto equivoco. Uno dei due testimoni racconterà ai giornalist­i che la bambina aveva anche i pantaloni abbassati. A quel punto i due testimoni capiscono quello che sta succedendo e iniziano a urlare, attirando anche l’attenzione di altri presenti. Poi l’allarme ai carabinier­i che intervengo­no con due pattuglie. «È quello che fa gli esorcismi»: in un attimo la notizia fa il giro del paese. Volano insulti verso il sacerdote che tenta di mettere in moto la macchina ma viene bloccato, qualcuno gli porta via le chiavi. Don Paolo non oppone resistenza, non cerca di sfuggire all’arresto.

Subito dopo viene portato in caserma mentre la bambina corre a casa dai genitori e racconta quello che è accaduto, in lacrime: il padre ha un malore, arriva un’ambulanza del 118. In caserma don Paolo cerca di spiegare ai carabinier­i che voleva solamente baciare la bambina, che non pensava di fare nulla di male. Scatta l’arresto: il sostituto procurator­e di turno Laura Canovai dispone gli arresti domiciliar­i nella canonica. Le indagini della Procura guidata da Giuseppe Nicolosi sono appena all’inizio. I genitori della bambina sono stati già sentiti dagli investigat­ori. Adesso bisognerà ascoltare, con tutte le cautele del caso, la versione della piccola, che viene assistita psicologic­amente.

Si sta scavando anche nella vita del religioso per capire se in passato si ci siano stati altri episodi simili. Al momento non risultano altre denunce ma resta da chiarire da quanti altri eventuali incontri don Paolo abbia avuto con la bambina di 11 anni. Si dovrà capire se i servizi sociali, che seguivano la bambina, abbiamo mai avuto sospetti. Gli investigat­ori hanno poi perquisito anche gli appartamen­ti del religioso ma è stato trovato solo un fucile di proprietà del padre. Anche il cellulare di don Paolo non contiene alcuna immagine pedopornog­rafica: nelle prossime ore la Procura, però, potrebbe decidere di disporre una consulenza tecnica.

«Un episodio gravissimo e sconvolgen­te» si legge in un comunicato della Curia di Firenze sul sacerdote che formalment­e è ospite della diocesi ma non fa parte del clero fiorentino.

Rapporto di fiducia Il sacerdote frequentav­a abitualmen­te la casa della famiglia della ragazzina, seguita da tempo dai servizi sociali

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