Effetto Renzi in via Tacca: «Almeno la sua scorta fermerà i furti»
Via Tacca aspetta l’ex premier nella sua villa. Chi polemizza, chi prepara il benvenuto
In via Pietro Tacca, per ora, Matteo Renzi ancora non si è visto. Ma tra i residenti sale la febbre per il suo imminente arrivo: c’è chi lo aspetta perché «così avremo qualcuno con cui parlare» e chi, invece, spera che la sua presenza sia un deterrente per i furti nelle abitazioni: «Con tutte quelle guardie del corpo che lo seguono, potremo stare tranquilli e risolveremo il problema dei furti, visto che qui se ne verifica quasi uno al giorno». In compenso, però, i futuri dirimpettai dell’ex premier hanno notato Agnese Landini uscire da villa Puccini. «Era qui un paio di giorni fa insieme ad alcune amiche. Nell’andare via ha avuto qualche difficoltà nel chiudere il cancello», racconta il pensionato Giuliano che ha la cucina e le camere da letto che affacciano sulla nuova residenza della famiglia Renzi.
Via Tacca è una tranquilla stradina all’inizio di viale Michelangelo, immersa nel verde. Giuliano abita in via Tacca da più di venti anni insieme alla moglie Emilia. Lui, 83 anni, era un impiegato dell’Ina, lei, 78 anni, una ricamatrice: la coppia per una decina d’anni ha curato il giardino della villa acquistata dall’ex premier per 1,2 milioni di euro (più altri 300.000 euro per il parco). Giuliano dice di conoscere quella casa alla perfezione, «dall’antenna allo scantinato», tanto da porterne tracciare la piantina a memoria. Ed è così in confidenza con i vecchi proprietari da aver custodito, fino a martedì sera, le chiavi. La nuova abitazione di Renzi ha un giardino da 4.000 metri quadrati pieno di lecci, cipressi e ulivi. «Una volta c’era anche una tettoia che poi hanno demolito e una bellissima vigna — spiega ancora Giuliano — Ricordo che per sfalciare tutta l’erba del pratone ci impiegavo tre giorni».
Per arrivare a Villa Puccini, una volta imboccata via Tacca, bisogna svoltare in una stradina interna che poi si trasforma in un vicolo cieco: la casa è protetta da alti alberi e da siepi rigogliose, a tutto vantaggio della privacy.
Di fronte e accanto, la famiglia Renzi avrà per lo più vicini pensionati: un ex operaio, un ex idraulico, un ex meccanico, un ex dentista e un imprenditore cinese, proprietario di alcuni ristoranti etnici a Firenze. «La voleva lui quella villetta — dice l’ottantacinquenne Renato — Più di una volta mi ha chiesto se la vendessero: “Quasi quasi ci faccio un pensierino”.
Doveva risparmiarci la sceneggiata del conto corrente vuoto Quando avrà spiegato tutto potrà andare ad abitare anche a Palazzo Pitti
Poi è arrivato Matteo e l’imprenditore ha comprato casa in via del Gelsomino».
«A me non fa né piacere né dispiacere», dice Mirella a due amiche riferendosi al futuro residente di via Tacca. Poi, quasi si arrabbia e salutando la compagnia si sfoga: «Renzi dovrebbe spiegare com’è che ha tutti quei soldi e doveva risparmiarci la sceneggiata del conto corrente vuoto. Quando avrà dato tutte le spiegazioni del caso potrà andare ad abitare dove vuole. Anche in Palazzo Pitti».
Poco più in là un altro residente sulla novantina, che ha ascoltato la conversazione delle tre donne, risponde con una battuta: «Gli organizzo il comitato d’accoglienza. E non appena si stabilisce gli faccio trovare uno striscione: benvenuto presidente!».