Corriere Fiorentino

Quei corridoi sempre più vuoti E ogni giorno 200 nuovi libri

TRA GLI SCAFFALI

- Giulio Gori

Nel dietro le quinte della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, c’è un grande e curioso apparecchi­o metallico. È la posta pneumatica, la inauguraro­no nel 1935, serviva a inserire le schede che viaggiavan­o da un piano all’altro, con gli ordini dei libri prenotati dagli utenti. Dal ‘66, dall’Alluvione, non funziona più. « E anche se funzionass­e, a cosa servirebbe? — dicono i dipendenti — Siamo così pochi che dall’altra parte dei tubi non ci sarebbe nessuno a prendere le schede». Oggi le schede vengono ritirate a mano dai pochi rimasti, che camminano lungo 140 chilometri di libri in cerca del volume richiesto. «Almeno si fa ginnastica», dicono amari i dipendenti. Del resto, non c’è solo da trovare il libro e portarlo al bancone. Ogni giorno, arrivano in media duecento volumi freschi di stampa da catalogare, ogni anno sono più di 70 mila: la Nazionale fa da deposito legale, tutto quello che viene pubblicato in Italia per legge deve essere recapitato qui. Quindi la Nazionale cresce. Tanto che, presto, l’emeroteca e la sala periodici si sposterann­o in un ex caserma di via Tripoli, in cui ora fervono i lavori. Dietro le quinte della Nazionale, poi, si fanno anche le esercitazi­oni contro l’alluvione: prima si bagnano i libri (i doppioni di nessun valore), poi a seconda del tipo di carta si congelano o si riempiono di fogli assorbenti. Davanti al bancone, invece, gli utenti sono costretti a portare pazienza. Alla Nazionale non ci sono ritardi rispetto ai tempi garantiti, sono i tempi garantiti ad adeguarsi al regime ridotto dei dipendenti. Così, in questi giorni in cui non c’è il pienone delle settimane con gli esami universita­ri, è stato sospeso il servizio del prestito, i libri si ritirano per la consultazi­one e possono essere portati solo in sala lettura. Non fuori, non a casa. Il motivo è che c’è da fare la revisione di cosa è rientrato e cosa manca. Insomma, i pochi lavoratori non si possono sdoppiare. Dal primo di agosto il prestito tornerà, ma solo la mattina. E dal 6 agosto, per due settimane, niente consultazi­one, la sala lettura resterà chiusa: «Alla Nazionale si trova tutto, ma è l’ultima biblioteca in cui si viene a cercare un libro: prima si guarda a quelle dell’Università, poi alle altre in città, qui si viene solo se un titolo non è da nessun’altra parte, perché è tutto così complicato che per averlo ci vuole il dop- pio, il triplo del tempo...», dice una studentess­a di filosofia. Persino entrare alla Biblioteca a volte diventa complicato: ieri a mezzogiorn­o, chi era senza tessera si è sentito dire che «il sistema (per il rilascio del pass, ndr) è bloccato, provi a tornare dopo le due e mezzo, forse si sblocca». Mentre la sala periodici è semivuota, in sala lettura ci sono quaranta giovani. Una ragazza confessa che avrebbe preferito che ci fosse il prestito per poter studiare a casa, ma «alla fine qui è un po’ più scomodo perché mi tocca uscire per fumare, ma almeno c’è l’aria condiziona­ta».

Alle ore della consegna, in certi casi tra l’una e l’altra passa un’ora e mezzo, complici i tanti studenti al mare o tornati a casa dalle famiglie, non si fa coda, non ci sono sgomitate. La Nazionale, piuttosto, inquieta con i molti corridoi in penombra, è ancora in piedi parte dell’allestimen­to di una mostra finita l’8 luglio. Del resto, il casiere, vista la carenza di personale, anche ieri era impegnato al servizio all’ingresso. Negli ultimi anni, se i dipendenti sono calati, la struttura ha invece ricevuto finanziame­nti con cui è stato migliorato l’impianto di condiziona­mento, riparato il tetto. Ma, nel pubblico, i tempi per fare un appalto sono lunghi. E all’esterno, la Biblioteca Nazionale, è in pessime condizioni: non solo per il cornicione ingabbiato sopra la grande facciata, ma anche per le aiuole che corrono lungo corso Tintori, in cui, tra erbacce alte e vecchi condiziona­tori, sembra di essere in una piccola discarica.

Toppe e ritardi

Il custode è stato spostato all’ingresso E davanti al bancone bisogna aspettare

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