CHE BEFFA NON VEDERE FIRENZE NELL’ELENCO DELLE CITTÀ CHE LEGGONO
Car0 direttore, Firenze è una città che non legge. Per esperienza so che non è così, ma lo apprendo con sconcerto leggendo la lista dei Comuni italiani che hanno partecipato all’avviso pubblico «Città che legge» 2018 - 2019 del Centro per il libro e la lettura, istituto autonomo del ministero dei Beni e delle attività culturali. Tra le «Città che leggono» posso citare Roma o Torino, le toscane Prato, Pistoia, Pisa, Lucca e i più piccoli Comuni di Sesto Fiorentino e Poggibonsi. Firenze manca all’appello, eppure ha tutte le carte in regola per essere capofila di questo progetto, che oltre una lodevole etichetta, permette di poter partecipare ai bandi con cui lo stesso Centro per il libro cofinanzia progetti per «realizzare iniziative e campagne informative per sensibilizzare e incentivare i giovani alla lettura». Ma non solo. La partecipazione all’avviso pubblico comportava anche l’impegno a promuovere la lettura con la stipula di un «Patto locale per la lettura», che prevede una stabile collaborazione tra enti pubblici, istituzioni scolastiche e soggetti privati per realizzare pratiche condivise. Interazioni che sono già presenti sul nostro territorio ma che con il Patto venivano formalizzate. Una beffa non vedere Firenze nell’elenco delle «Città che leggono», considerando la facilità di partecipare al bando.
In città abbiamo festival e rassegne letterarie di pregio, biblioteche comunali funzionanti, numerose librerie e un’attenzione particolare a quelle che sono le campagne di sensibilizzazione alla lettura negli istituti scolastici: tutti elementi che dovevano essere certificati dal sindaco o da un suo delegato in una semplice domanda indirizzata al Centro.
Che il bando non sia stato preso in considerazione è quantomeno un’occasione perduta per la città, per i suoi operatori culturali e per un riconoscimento nazionale che indubbiamente Firenze poteva ricevere ad occhi chiusi. Una disattenzione che lascia un poco amareggiati e desta una sottile preoccupazione: vogliamo realmente superare il provincialismo culturale di cui troppo spesso Firenze viene tacciata?
Per farlo, in ambito letterario e nella promozione della lettura, occorre entrare nei circuiti nazionali con progetti validi, innovativi, di ampio respiro. Non sono più sufficienti eventi di buon risultato locale per riconquistare la posizione centrale che Firenze ha avuto ma che oggi fatica a comparire.
Per farlo penso sia necessaria una nuova prospettiva culturale. E sicuramente più attenzione agli avvisi pubblici.
Il bando del centro ministeriale
Hanno aderito Roma e Torino, Sesto e Poggibonsi. Che Palazzo Vecchio non lo abbia preso in considerazione è quantomeno un’occasione persa