Corriere Fiorentino

LA DANZA ROCK (CON MICHAEL CLARK)

Domani il grande coreografo porta al «Florence» in Santa Marina Novella lo spettacolo che rende omaggio a Erik Satie, David Bowie e Patti Smith Animo punk, icona degli anni Ottanta (e di stile), è sempre sulla breccia

- Silvia Poletti

Due date sole, al Festival Bolzano Danza mercoledì scorso e domani al Florence Dance Festival di Firenze nel Chiostro di Santa Maria Novella, riportano in Italia uno dei personaggi più controvers­i della danza europea gli ultimi trent’anni: Michael Clark. Emerso negli anni della ribellione contro l’edonismo reaganiano e il thatcheris­mo più cupo, lo scozzese Clark è diventato ben presto un nome di punta di quella generazion­e creativa passata alla storia sotto la sigla di Young British Artists. Del movimento, che nelle arti visive si è concretizz­ato in figure come Damien Hirst, Michael è stata l’anima danzante: non solo perché, dopo aver studiato nella scuola più classica di tutte, la Royal Ballet School di Londra, si è convertito alla causa, ma anche per la sua creatività fluttuante tra cultura alta e cultura urbana, condita da una disinvoltu­ra nel mixare il vocabolari­o balleristi­co più puro a immagini pop, tra video, cinema, arti visive. Il tutto condito da un umore graffiante e rabbioso, da vero punk, che del proprio corpo, atletico e allenato alle regole della grazia, ha fatto emblema delle sue idee, esplorando­ne non solo l’architettu­ra ma evidenzian­done crudamente in scena anche le trasformaz­ioni, causate dagli avanzament­i scientific­i o dall’affermazio­ne di una nuova identità di genere, che proprio in quegli anni oscurati dall’Aids diventava anche manifesto politico da difendere e promuovere. Collaborat­ore di personaggi come Vivienne Westwood e Peter Greenaway, destabiliz­zatore dell’establishm­ent della paludata danza britannica, Michael avrebbe potuto essere comunque solo figlio di quel tempo e svanire con le mutazioni della società e l’avvento di nuovi artisti nella danza e nelle arti. Invece ha mantenuto barra a dritta e nonostante sue crisi personali – tossicodip­endenza e depression­e i suoi fantasmi più bui — a cinquantac­inque anni è sempre sulla breccia, icona di stile (è testimonia­l Gucci) e di vita rock. Lo dimostra to to a a simple simple rock’n’roll…song, rock’n’roll…song, creato creato nel nel 2016 2016 al al Barbican Barbican di di Londra, Londra, il il

cui titolo deriva da una celeberrim­a canzone di Patti Smith. Suddiviso in tre parti, lo spettacolo rende infatti omaggio a Erik Satie, Patti Smith e le note di Horses e David Bowie. Avvolti da uno scintillan­te disegno luci firmato da Charles Atlas, che adatta per il palcosceni­co la sua installazi­one video Painting by Numbers... i gagliardi danzatori della Compagnia declinano la danza di Clark e la sua visione di vita attraverso tre musicisti a lui cari. «Quando è morto Bowie— ricorda — sono stato sconvolto per giorni. È sempre stato la fonte della mia ispirazion­e. Lui, davvero è stato segno dei tempi che mutavano. Ha anticipato tutti. Io mi sono limitato a seguirne le orme».

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Da sapere Domani (ore 21.30) il grande ballerino e coreografo Michael Clark, sarà al Florence Dance Festival nel Chiostro Grande di Santa Maria Novella con la sua compagnia e con il suo celebre spettacolo «to a simple, rock’n’ roll . . . song» (nella foto di Hugo Glendinnin­g un momento dello spettacolo della Michael Clark Company)
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Da sapere Dall’alto Michael Clark e due momenti dello spettacolo

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