Corriere Fiorentino

Il lucchese Palmeri ricercato «Assoldava mercenari filorussi per combattere»

Ricercato il lucchese Palmeri, combattent­e filorusso

- di Simone Innocenti

Stava bene e guadagnava, il «generaliss­imo» come lo chiamavano per le sue simpatie fasciste. Da ieri mattina, però, il lucchese Andrea Palmeri è ricercato dai carabinier­i del Ros di Genova nell’ambito delle indagini su un gruppo di estremisti italiani che andava e a combattere nella regione del Donbass. E nonostante questo ieri sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Sì sono un terrorista, lo ammetto». E poi uno smile.

Nell’operazione — coordinata dal procurator­e capo Francesco Cozzi e Federico Manotti — sono stati arrestati Antonio Cataldo, Olsi Krutani e Vladmir Verbitchii, accusati a vario titolo per i reati di associazio­ne per delinquere finalizzat­a al reclutamen­to e al finanziame­nto di mercenari combattent­i al fianco di milizie filorusse, reclutamen­to e istruzione dei mercenari e attività di partecipaz­ione al conflitto, fatti aggravati dalla transnazio­nalità dei reati.

Il teatro d’azione, dal 2014 in avanti, è stato il Donbass, regione orientale dell’Ucraina contesa fra l’esercito regolare e le formazioni che vorrebbero tornare sotto il controllo di Mosca. Il 26 luglio Andrea Palmeri, trentotten­ne, storico capo ultrà della Lucchese e dichiarata­mente neofascist­a, scrive sul suo profilo Facebook. Lo fa dalla Russia: «Alcuni giorni fa, amici mentre scavavano una trincea hanno trovato una gavetta di un nostro ragazzo dell’Armir, Domicolo Nicola, 90º reggimento fanteria Salerno, numero matricola 12097».

Secondo i magistrati, oltre che l’orgoglio per i soldati presenti sul fronte orientale nella Seconda guerra mondiale, quel messaggio certifica «l’attività tuttora in corso di un gruppo di mercenari italiani impegnati nell’ultimo triennio in Ucraina al fianco delle milizie filorusse», si legge nell’ordinanza. Palmeri viene considerat­o uno dei reclutator­i , anche se si dedica in prevalenza a iniziative para-diplomatic­he. Viene intercetta­to mentre parla con i suoi amici fascisti: disquisisc­ono su chi dei loro nemici di sinistra abbia avuto una lezione a Lucca. Al cellulare dice: «Qua sono ben voluto da tutti! Ora comincerò a fare i miei business: guadagno un po’ soldi qua. Bene o male ho la possibilit­à di fare tutto quello che voglio, finché non riparte la guerra». Per i pm genovesi Palmeri scappa dalla sorveglian­za speciale e finisce volutament­e a combattere in quel Paese. «D’estate ricomincio a combattere, ora faccio solo scorte», sostiene al telefono. Per il giudice, Palmeri è uno di quelli che fa parte di «un gruppo criminale organizzat­o operante in almeno tre Stati (Italia, Russia ed Ucraina)». Quando si parla di Palmeri si parla, nelle intercetta­zioni, di «un camerata».

Nell’inchiesta genovese è indagato anche un altro lucchese: si tratta di Francesco Preziuso, 33 anni, conosciuto nell’ambiente come il «Cicogna», che risulta «essere persona intestatar­ia della Postepay di Andrea Palmeri e pubblicizz­ata sul proprio profilo Facebook per ricevere donazioni da destinare ad un asilo e ad un orfanotrof­io di Lugans».

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Andrea Palmeri, a sinistra, con un Ak47 in mano

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