DALLA RUSPA ALLA REALTÀ
Nel 2014 il M5S conquistò Livorno sull’onda del no alla costruzione del nuovo ospedale, ma quattro anni dopo ci ripensa. Oggi infatti è prevista a Livorno la firma tra Regione, Asl e Comune per la disdetta dell’accordo di programma che prevedeva la costruzione del nuovo ospedale in zona Montenero. Nel contempo però scatterà il piano B: sì all’ospedale, ma nell’area dell’ex Pirelli. «Ci hanno fatto perdere quattro anni e non è detto che questo sia l’ultimo passaggio decisivo», polemizza il governatore Enrico Rossi. Dopo la ruspa del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (Cinque Stelle) che ha azzerato il Cda di Ferrovie e messo in discussione lo sviluppo di Peretola, la vicenda dell’ospedale livornese è interessante per capire cosa potrà succedere in Toscana per le grandi infrastrutture toscane, dalla Tav alla Tirrenica. Una situazione inedita. A partire dal primo Berlusconi finora è valsa la buona consuetudine che, ad ogni nuovo governo, la Regione si recasse a Palazzo Chigi con un elenco di priorità. Ci si muoveva insomma sul solco di una condivisa continuità istituzionale. E ora col governo Di MaioSalvini? I primi passi sembrano muoversi nel segno di un’attitudine fin troppo esibita a sparigliare carte e programmi già sottoscritti.
Ma per capire se questo varrà anche per il futuro forse è utile dare uno sguardo alla Livorno di Filippo Nogarin. Nel 2014 il M5S ha conquistato una città in cui era venuto meno il modello politico fondato sull’alleanza tra il Pci-Pds-Pd, le Grandi Famiglie (dai Fremura ai Neri), la Compagnia portuale con la Piccini dinasty e le aziende di Stato. Un sistema protetto che ad un certo punto, a causa della globalizzazione e della crisi economica, ha smesso di proteggere. Da qui la vittoria del partito anti sistema sull’onda rabbiosa della rottamazione del passato. All’inizio anche a Livorno si è usata la ruspa: no al nuovo ospedale, astensione sul piano regolatore (approvato grazie al voto del Pd), mal di pancia sul progetto Darsena Europa. Molti no e qualche nì. Con il tempo però è prevalso un senso di maggiore realismo. Nogarin ha detto sì al nuovo progetto per la Darsena Europa e ora si accinge a firmare per la costruzione di un nuovo ospedale.
Si ha come l’impressione in definitiva che i Cinque Stelle, a Roma come in Toscana, siano ancora in mezzo al guado. Movimento di lotta e di governo. Bravi come forza antisistema, un po’ meno come forza del cambiamento.