Corriere Fiorentino

Ricorso respinto Biffoni porta il club in Procura

Scambio di accuse tra Biffoni e Toccafondi. Il futuro del club è incerto

- di Giorgio Bernardini

Il venerdì nero del calcio pratese. La squadra della città, la A. C. Prato, è stata condannata alla serie D dalla Lega per mancanza dello stadio, la cui concession­e è stata revocata dal Comune. Il possibile compratore della società è rimasto a mani vuote e protesta, il proprietar­io Paolo Toccafondi mantiene le quote del club ma con la squadra retrocessa. E il sindaco — da giugno mediatore per la vendita — teme macchinazi­oni e porta le carte in procura.

Questa partita, come accade raramente, sembrano averla persa davvero tutti. E riannodare la matassa delle responsabi­lità nella delusione generale è un esercizio complesso. Il 3 agosto è la fine di tutto, ma per andare a monte è necessario precisare che il club è da 40 anni in mano a una famiglia — i Toccafondi — che definire invisi alla tifoseria è eufemistic­o. Tra i supporter della curva Ferrovia che volevano che il presidente lasciasse c’era anche Matteo Biffoni, che nel frattempo ha indossato la fascia tricolore e si è fatto garante della ricerca di un comparator­e per il Prato «a zero euro».

Scouting, incontri, mediazioni sotto la calura estiva: alla fine, il più credibile all’uscio, sembra l’avvocato italo-canadese Joseph Romano. Si preparano le carte, ma la cessione non viene registrata. Biffoni s’insospetti­sce: non si fida di Toccafondi, che vorrebbe mantenere un piede nella società. Così parte la revoca del Comune alla concession­e dello stadio Lungobisen­zio: il sindaco se lo tiene finché non vede la firma sulla compravend­ita. Che almeno sino a ieri, non c’è stata.

In assenza dello stadio la Lega Calcio, ieri, ha bocciato la richiesta di ripescaggi­o del Prato in Serie C. Romano dal Canada protesta con il sindaco, da cui si sente «deluso». I tifosi tacciono, attoniti, in attesa di capire. Biffoni, per tutta risposta, spiega che se l’avvocato e Toccafondi avessero voluto formalizza­re la cessione, tutto sarebbe «finito nel migliore dei modi». E affonda il colpo finale: «Avendo avuto modo solo in questi ultimi giorni di entrare in possesso della documentaz­ione, paiono evidenti delle zone d’ombra tali da farci dubitare della genuinità dell’operazione. In consideraz­ione di ciò l’amministra­zione doverosame­nte trasmetter­à i documenti alla locale Procura della Repubblica per le verifiche e gli accertamen­ti del caso». Il primo cittadino va dai magistrati e il messaggio è chiaro: secondo lui era una finta vendita.

«Il sindaco in Procura? Magari», dice lapidario Toccafondi, che spiega di non voler commentare fino a lunedì.

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Presidente Paolo Toccafondi
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Sindaco Matteo Biffoni

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