Corriere Fiorentino

«Mi hanno urlato bastardo Che paura quell’esplosione»

Il racconto di Buba Ceesay: quei ragazzi li avevo già visti

- J.Sto.

 Don Biancalani La politica tende a sminuire questi episodi ma vanno presi molto sul serio Dopo quel che è successo In pochi mi hanno chiamato, Pistoia è troppo silenziosa Sono deluso anche dalla comunità religiosa

«Stavo facendo jogging, si sono avvicinati due ragazzi in bicicletta e mi hanno gridato “bastardo nero”. Io ho tirato dritto ma poi ho sentito un colpo di pistola. Adesso ho paura». Buba Ceesay ha 24 anni. Viene dal Gambia e ha trovato accoglienz­a nella parrocchia di Vicofaro. Ripercorre un’altra volta quei momenti di paura: «Era la seconda volta che incontravo quei ragazzi, avranno vent’anni, forse saprei riconoscer­li. Mi avevano già insultato ma non erano arrivati a tanto. Dopo lo sparo, ho provato a inseguirli ma sono scappati. Ho raccolto il bossolo e l’abbiamo portato in Questura».

C’è un clima pesante alla parrocchia di don Massimo Biancalani. «Abbiamo paura a camminare per strada», dicono i profughi. Sono un’ottantina quelli accolti nelle stanze sovraffoll­ate accanto alla parrocchia. Alcuni sono richiedent­i asilo, altri arrivano dalla strada dopo la revoca dell’accoglienz­a: hanno ottenuto l’asilo politico e per loro nei centri non c’è più posto. A Vicofaro passano il tempo giocando a calcio balilla, guardando la tv e pulendo le stanze. Cercano lavoro ma in pochi lo trovano. Il sabato sera diventano pizzaioli e servono la cena per gli ospiti della parrocchia. Il giovedì sera c’è il cinema per tutti. La mattina, due volte a settimana, la scuola d’italiano.

All’ingresso di queste stanze c’è un grande disegno: «Welcome refugees». Sulla porta della canonica c’è scritto «In questa casa è vietato l’ingresso ai razzisti». E sulla parete la foto delle polemiche, quella dei migranti che fanno un bagno in piscina. Quando l’anno scorso Biancalani postò quell’immagine su Facebook, si scatenò un diluvio di critiche, anche da parte di qualche parrocchia­no.

Un rapporto non semplice, quello tra i residenti e i migranti: «Capita che facciano rumore con tamburi e strumenti musicali — racconta un uomo che vive lì intorno — una volta abbiamo chiamato i carabinier­i perché facevano troppo casino». Qualche tempo fa, racconta invece Caterina del centro di fisioterap­ia Medical Sport, «si era diffuso l’allarme dengue, tutti pensavano che l’avessero portata i migranti, invece era un italiano che tornava dall’Africa». Anche i migranti hanno le loro preoccupaz­ioni: «Ci hanno rubato più volte la bicicletta che avevamo parcheggia­to qui fuori».

L’aggression­e di giovedì è il culmine di un clima di tensione palpabile. Don Biancalani ha ricevuto insulti sui social e per posta. Poche settimane fa, il parroco ha querelato ignoti che l’avevano ritratto in foto coi migranti accusandol­o di avere rapporti sessuali con loro. «Ormai da un anno non viviamo più, adesso si comincia pure a sparare — ha detto il sacerdote — Il timore aumenta, la politica tende a sminuire questi episodi ma bisogna prenderli molto sul serio. Ci arrivano spesso lettere anonime con insulti, piovono offese su internet, molte di queste sul profilo Facebook di Salvini, non ritengo giusto che questa persona sia passiva di fronte a queste offese». Adesso si sente solo: «Dopo l’aggression­e, in pochi mi hanno chiamato, Pistoia è troppo silenziosa, sono rammaricat­o e deluso anche dalla comunità religiosa».

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