Degrado, la resa di Santo Spirito
Anche un rogo sul sagrato, e Palazzo Vecchio suona la ritirata. Il priore: chi ci difende?
Poco prima della mezzanotte, quando la pasta fresca, i fusilli alle olive, il farro con le verdure e l’insalata di pomodoro della «controcena» di protesta per l’ordinanza antibivacchi del sindaco Nardella sono ormai finiti, uno degli antagonisti prende una bandiera del Pd e la brucia, sul sagrato di Santo Spirito. Un archetipo tra i più violenti, che però eseguito da uno in bermuda, con una birra in mano, che ride mentre quasi nessuno se lo fila, sfugge tra la folla che stipa il sagrato e la piazza. È l’ultimo pezzo della farsa di Santo Spirito: doveva essere la «battaglia» tra chi contesta l’ordinanza antibivacchi (che li vieterebbe dalle 22 alle 8 sul sagrato in questa piazza) e il Comune, che aveva anche organizzato un concerto «scaccia bivacchi». Invece, i manifestanti portano sul sagrato tavolini e vettovaglie e mangiano mentre i Solisti toscani suonano Vivaldi. Finito il concerto, sempre gli antagonisti piazzano un tavolino di fronte al portone della basilica (dove hanno appeso lo striscione di contestazione, come mercoledì scorso) e parte un dj set di reggae, che va avanti fino a poco dopo la mezzanotte.
Nessuna divisa in tutta la piazza. Ma, spiegano da Palazzo Vecchio, i vigili erano presenti: in borghese. Così come diversi agenti della Digos. E la scelta di non avere presenza «visibile» delle forze dell’ordine, è stata presa per non creare contrapposizioni e tensioni in una piazza frequentata da così tante persone, non solo dai contestatori. Padre Giuseppe, priore della basilica di Santo Spirito, definisce «grottesco» quanto avvenuto venerdì sera e aggiunge: «Non si può subire uno striscione sulla porta della chiesa. A noi chi ci difende?». Ma allora, perché il Comune ha voluto fare un’ordinanza così rigida se non è poi possibile farla rispettare?
«Il rispetto dell’ordinanza è stata monitorato dalla polizia municipale, la non ottemperanza non comporta una sanzione amministrativa ma è un reato. La gestione dell’ordine pubblico, di fronte ad una manifestazione politica, non è di competenza del Comune. Stiamo applicando l’ordinanza con buonsenso per non cedere alle provocazioni di gruppi politici che vogliono solo un pretesto che possa scatenare guerriglia urbana o tensioni» risponde la vicesindaca Cristina Giachi.
Quello che Giachi non dice, non può o non vuole dire, è che i vigili presenteranno probabilmente una notizia di reato in Procura. E che la scelta di una presenza in borghese è stata concordata con le forze dell’ordine per evitare che, con 300 persone ad ascoltare il concerto e un centinaio a manifestare (e molte di più nei ristoranti e nei locali), un intervento o anche una presenza in divisa potesse creare contrasti e problemi gravi, appunto, di ordine pubblico. Ma resta la domanda: chi farà rispettare, allora, l’ordinanza? La domanda se le facevano pure alcuni turisti. Un inglese commentava, un po’ stupito: «Ma se volevano protestare, non potevano farlo in piazza e non sul sagrato?». Il maestro Lanzetta, in terza persona, su Facebook si prende il merito di aver risolto la situazione senza tensioni: «Il Prete Rosso placa gli animi!». Bandiera bruciata a parte.
La vicesindaca Giachi Applichiamo l’ordinanza con buonsenso, non vogliamo scatenare guerriglie urbane