Corriere Fiorentino

L’ACCOGLIENZ­A ESIBITA

Due università codificano il lavoro della Cittadella della Pace, che a dicembre sarà a New York

- di Alessio Gaggioli

«Accogliere, accogliere, accogliere». Per poi dire: «Noi accogliamo, voi no. Noi siamo i buoni, voi i cattivi». Per anni sembra essere stato questo il fronte, opposto, di come veniva affrontato l’immenso problema dei migranti.

Il 10 dicembre 2018 l’Associazio­ne Rondine Cittadella della Pace sarà a New York, nella sede delle Nazioni Unite, per il settantesi­mo anniversar­io della Dichiarazi­one Universale dei Diritti Umani, in qualità di eccellenza italiana, per le buone pratiche di risoluzion­e dei conflitti, codificate nel «Metodo Rondine».

La codifica è il frutto di una ricerca che ha coinvolto l’università di Padova e quella del Sacro Cuore di Milano, finanziata dalla Fondazione Vodafone Italia. «Abbiamo sostenuto questo progetto — ha affermato Maria Cristina Ferradini, consiglier­e delegato della Fondazione Vodafone Italia — perché il modello e l’esperienza sviluppati sono un patrimonio che deve essere diffuso e condiviso». La ricerca è durata poco più di un anno coinvolgen­do sia i ragazzi dello studentato, che quelli del quarto anno: prima ci sarà l’incontro fra studenti stranieri che appartengo­no a due parti storicamen­te in lotta tra loro; poi il «nemico» verrà decostruit­o, infine avverrà il riconoscim­ento del bene dell’altro. Questo lavoro ha lo scopo di rimandare le Rondini d’Oro, ragazze e ragazzi che hanno terminato il percorso di formazione, nei Paesi d’origine per tentare di risolvere il conflitto.

«L’incontro tra Rondine e l’Accademia — ha sottolinea­to Luca Alici, professore di Filosofia Politica dell’università di Perugia e coordinato­re della ricerca — ha ribadito la necessità di dare parole e pensiero a un vissuto, per renderlo modello».

«Adesso — ha detto il presidente di Rondine, Franco Vaccari — dobbiamo comprender­e se le metodologi­e utilizzate possono essere uno strumento a disposizio­ne delle Nazioni Unite nella diffusione della pace». Una prima risposta è arrivata dalla Sierra Leone, Paese dilaniato da una sanguinosa guerra civile durata dieci anni, dove dal gennaio 2017 a maggio di quest’anno è stato messo in pratica il «Metodo Rondine» per arrivare a una campagna elettorale capace di creare un ambiente sereno. L’azione si è sviluppata nei 14 distretti della nazione attraverso 12 formatori e 360 leader di comunità.

Questo è a oggi il primo intervento di cooperazio­ne e sviluppo locale pianificat­o e gestito dalle Rondini d’Oro in collaboraz­ione con Fondation Assistance Internatio­nale, l’università di Makeni, Unione Europea e Nazioni Unite.

Dove intervenir­e

La Sierra Leone, paese dilaniato da una guerra civile durata dieci anni, è interessat­a al metodo

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I giovani impegnati nel progetto «Metodo Rondine»

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