Corriere Fiorentino

Oltre ai barconi c’è di più Salvini e le imprese deluse

- Di David Allegranti

Dal Nord Est alla Toscana del Sud, le scelte del governo deludono le imprese. La Lega incide solo sul fronte migranti.

Il governo felpa-stellato lo chiama pomposamen­te «decreto Dignità» ma di dignitoso ha poco. Il decreto Di Maio — più correttame­nte — appena approvato dalla Camera rischia di essere una pietra di inciampo notevole per il consenso dell’esecutivo a guida Lega e Cinque Stelle, quantomeno per il côté leghista.

La riprova sta nell’accoglienz­a ricevuta dagli imprendito­ri veneti in questi giorni, storicamen­te vicini al centrodest­ra. A marzo hanno votato per la coalizione di Berlusconi e Salvini sperando che abbattesse il costo del lavoro per aziende e tagliasse le tasse: si sono ritrovati invece con un esecutivo che privilegia il reddito di cittadinan­za e pensa di poter creare lavoro a colpi di decreto. Non è così: il governo ha soprattutt­o messo tutti gli ostacoli possibili ai contratti a termine attraverso le causali, l’aumento dei costi e la riduzione delle durate. Insomma, anziché facilitare la trasformaz­ione dei contratti a termine in contratti stabili, ha scelto di alzare i costi del lavoro del contratto a tempo indetermin­ato, aumentando l’indennità per i licenziame­nti illegittim­i. Risultato: così saranno incentivat­i i ricorsi in tribunale. «Al mercato del lavoro — ha osservato di recente l’ex ministro Elsa Fornero — fa male il tentativo di asservire le regole non al suo migliore funzioname­nto, ma a obiettivi partitici di breve termine. Ci si dimentica la lezione di Angela Merkel, che non ripudiò mai le riforme “socialiste” di Hartz ma anzi le valorizzò, essendone premiata dai risultati occupazion­ali (basso livello della disoccupaz­ione, con quella giovanile sostanzial­mente allineata a quella media) e anche da quelli elettorali».

Ma non sono solo gli imprendito­ri veneti a essere arrabbiati. «L’economia del nostro Paese, la vita e lo sviluppo delle imprese italiane è gravemente minacciata dagli assurdi provvedime­nti voluti dal ministro Di Maio all’interno del decreto Dignità», ha scritto qualche settimana fa sul Corriere Fiorentino Paolo Campinoti, presidente di Confindust­ria Toscana Sud, che poi ha attaccato sia il vicepresid­ente del Consiglio («Non ha mai lavorato dentro un’impresa»), sia il partito del Casalgrill­o («Le norme inserite dai 5 Stelle palesano un’assoluta ignoranza sui temi di sviluppo d’impresa»). Secondo Campinoti «la maggior parte delle imprese sta facendo amari calcoli su quante persone non potranno essere confermate se il decreto rimarrà invariato, in Toscana Sud da una prima stima ammontano a diverse centinaia. Si deve smettere di cambiare quadri normativi con la velocità e la leggerezza di un battito d’ali, le imprese hanno bisogno di regole certe e durature per programmar­e il loro operato». In più, ha aggiunto Campinoti, «il decreto Dignità spazza via tutte le possibilit­à di interessam­ento verso il nostro Paese per investitor­i esteri». Confindust­ria Toscana Sud ha annunciato un dibattito per i primi di settembre che coinvolga i parlamenta­ri eletti nelle province di Arezzo, Siena, Grosseto. «Nessuno si deve tirare indietro soprattutt­o i leghisti che da sempre hanno considerat­o centrale l’ascolto e la difesa delle esigenze delle imprese».

Gli imprendito­ri sono comprensib­ilmente preoccupat­i, così come nella Lega non mancano i distinguo. A partire da Luca Zaia, il governator­e del Veneto che ha chiesto aggiustame­nti e ripensamen­ti. Per Matteo Salvini non è un problema di poco conto, visto che il Nord-Est è il cuore pulsante del consenso leghista. Soldi e voti. Ma anche lo scontro frontale con le imprese in Toscana, regione che sta regalando soddisfazi­oni al centrodest­ra, potrebbe essere un errore grave.

Finché si tratta di prendersel­a con i migranti vagheggian­do un’invasione che non esiste, Salvini può twittare quanto vuole e raccoglier­e consensi (anche se da un ministro dell’Interno ci si aspettereb­be ben altro, specie di fronte a gesti di razzismo non più solo episodici). Ma sulle partite importanti, che riguardano il futuro di territori fatti anche dalla carne viva delle aziende e dei suoi lavoratori, la Lega rischia di essere irrilevant­e. «La sua azione di governo contraddic­e quello che ha sempre detto» dice, a proposito di Salvini, Giorgio Mulè, ex direttore di Panorama, oggi deputato e portavoce di Forza Italia. «I Cinque Stelle lo fanno ballare sul decreto Dignità, sulla Tap, sulla Tav, sull’Ilva. Su tutto ciò che non riguarda qualche barcone, Salvini perde la verve e la capacità di essere incisivo».

Le contraddiz­ioni del governo Conte sono pronte a esplodere. Vediamo se l’opposizion­e riuscirà ad approfitta­rne.

Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze ( e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva

 Decreto Dignità, Tap, Tav, Ilva... Su tutto ciò che non riguarda il presunto allarme immigrati Salvini non incide

 ??  ??
 ??  ?? Matteo Salvini, ministro dell’Interno
Matteo Salvini, ministro dell’Interno
 ??  ?? Paolo Campinoti, presidente Confindust­ria Sud
Paolo Campinoti, presidente Confindust­ria Sud
 ??  ??
 ??  ?? Twitter @davidalleg­ranti
Twitter @davidalleg­ranti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy