Corriere Fiorentino

Gli Argonauti a Portoferra­io (sulle tracce di una leggenda)

Si dice che i puntini scuri sui sassolini delle spiagge bianche siano le gocce di sudore di Giasone e i suoi compagni Pochi parcheggi e servizi al minimo: la Costa delle ghiaie è una gemma, difficile da raggiunger­e se non a piedi

- di Antonio Valentini

Le spiagge bianche della Toscana, quelle vere senza un’industria chimica alle spalle, stanno sulla costa nord dell’Isola d’Elba, tra Forte Stella e Capo d’Enfola. Quando il sole è allo zenit, il candore abbaglia la vista e il calore è irradiato anche dal basso, da quei sassolini di eurite risalenti a 7-8 milioni di anni fa, punteggiat­i da minuscoli frammenti di elbaite, una variante di tormalina blu che si trova solo a ovest di Portoferra­io. Secondo la leggenda quei puntolini scuri sui sassi bianchi levigati dal mare sono la traccia indelebile delle gocce di sudore degli Argonauti che, dopo essersi impossessa­ti del vello d’oro, assieme a Giasone approdaron­o sull’antica Aethalia e misero al sicuro le navi in un’insenatura che battezzaro­no Argon, attorno al quale sarebbe sorto il paese di Portoferra­io. Leggende a parte, le otto spiagge bianche dell’Elba, dove piccoli tratti a concession­e demaniale con 20-30 ombrelloni e servizi ridotti all’osso convivono con tratti completame­nte liberi, confermano l’adagio che più una cosa è bella, più difficile è raggiunger­la. Non tanto per il carotraghe­tti, i trasporti pubblici inadeguati e le difficoltà di parcheggio, che combinate insieme consiglian­o di imbarcarsi a piedi a Piombino e di noleggiare uno scooter o una bicicletta appena sbarcati a Portoferra­io, quanto per la valutazion­e ponderata di una serie di fattori: resistenza fisica a scendere per gli stretti e ciottolosi sentieri ricavati tra i muretti delle proprietà private con viste mozzafiato, forza nelle gambe e fiato per risalirli dopo una giornata di stremante relax, studio del quadrante dei venti nella certezza che le brezze da sud moltiplica­no l’appagament­o finale perché schiarisco­no acque di per sé chiare, stoica capacità a ritemprars­i sotto l’ombrellone, da cui i raggi solari filtrano nonostante l’apparenza contraria. Tutto ciò premesso, ciascuna delle spiagge di sassi bianchi dell’Elba è indimentic­abile.

Prendiamo quella di Sansone, la più suggestiva a partire dal nome di cui nessuno sa svelare l’origine. Il colpo d’occhio è potente, al pari del personaggi­o biblico: un’alta falesia bianca delimita una breve spiaggia (bianca) che ogni anno avanza di qualche decimetro. Non è un luogo di solitudine e la gente si accalca fin sotto lo strapiombo da cui ogni tanto si stacca un sasso. Il gioco vale la candela, perché a ognuno dei sei-sette tuffi al giorno, indispensa­bili per ritemprars­i dal caldo, ci si trova circondati dai pesci. Se poi si porta del pane e si sbriciola nell’acqua, arrivano a branchi: «Vedi dove c’è quella secca – chiede il bagnino del Sansone beach indicando un

Le regole degli isolani I turisti sono tollerati, ma fino a un certo punto Se rispettano il posto: i rifiuti vanno nei bidoni della differenzi­ata, e non si portano via i sassolini

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A sinistra e accanto nella foto d’epoca la Spiaggia delle Ghiaie di Portoferra­io
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 ??  ?? I cinquanta eroi Gli Argonauti furono i 50 eroi che, sotto la guida di Giasone, diede vita all’avventuros­o viaggio a bordo della nave Argo, che li condurrà nelle ostili terre della Colchide alla riconquist­a del vello d’oro
I cinquanta eroi Gli Argonauti furono i 50 eroi che, sotto la guida di Giasone, diede vita all’avventuros­o viaggio a bordo della nave Argo, che li condurrà nelle ostili terre della Colchide alla riconquist­a del vello d’oro

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