TUTTO MARMO TORANO SI MOSTRA
Fino al 13 agosto nel paese dei cavatori ai piedi delle Apuane esposte le opere di trenta scultori, fotografi, designer e architetti. E una copia della Pietà vaticana per celebrare Michelangelo. Non mancano i piatti tipici e il caffè letterario
Torano, piccolo borgo di cavatori nel Comune di Carrara, ai piedi delle Apuane, lontano dagli scintillii del centro storico e dagli sfarzi dell’Accademia di Belle Arti, da 20 anni in estate si trasforma in una galleria d’arte a cielo aperto, tra le stradine, le piazze e le cantine del paese. Si chiama «Torano notte e giorno» la manifestazione promossa dal Comitato Pro Torano per la direzione artistica di Emma Castè con il patrocinio del Consiglio Regionale della Toscana. Fino al 13 agosto, sarà possibile visitare il paese e le opere dei 30 artisti, scultori, mosaicisti, designer, fotografi e architetti che quest’anno, per l’edizione 2018, hanno deciso di «tornare alle origini» e all’inizio della storia del marmo. Gli artisti sono stati chiamati ad interpretare il marmo tra tradizione e modernità, a 500 anni dall’arrivo di Michelangelo in Versilia. Un omaggio al grande genio che Torano celebra con una copia esatta della Pietà vaticana, gentilmente concessa dallo Studio d’Arte Cave Michelangelo di Carrara, custodita all’ingresso del borgo. Passeggiando si incontra anche Great Mother di Paolo Torri in anteprima a «Torano Notte e Giorno», un’opera destinata in futuro ad arricchire l’originalissimo «parco della Scultura» del Comune di Vagli, in Garfagnana, famoso in tutto il mondo; l’enigmatica Sospesi in un abbraccio di Giovanni Balderi e la fisicità de L’altro dentro di me di Pablo Damian Cristi, con le sue curve morbide e allo stesso tempo ipnotiche, che raccontano la generosità della creazione al cospetto di una società e dei suoi comportamenti maldestri ed irrispettosi. C’è anche la stanza della musica, con strumenti realizzati in marmo e una stanza della riflessione. Tutte le opere in esposizione sono state realizzate impiegando materiale lapideo proveniente dal bacino estrattivo apuo-versiliese: Torano mette in mostra così il cuore di Carrara e la sua filiera più pura. Mentre si cammina, si assaporano gusti nuovi, piatti tipici, come il «crostone» con il lardo e il pomodoro, il cibo dei cavatori, si scoprono anche le tradizioni di un luogo aspro: l’anziana appoggiata alla finestra, nel paese dove ancora le porte non vengono chiuse a chiave, perché «ci si conosce tutti» racconta che quando i mariti uscivano all’alba per recarsi alle cave, le donne sistemavano subito il letto, pronto all’evenienza che la sirena iniziasse a suonare; un segnale che avvertiva della morte di un cavatore. Un’altra usanza, che ancora persiste, è quello della Lega, circolo di ritrovo per cavatori, che nacque nel 1902 ed era il posto d’incontro solo dei cavatori, che la sera si ritrovavano tra quelle quattro mura,
accendevano il fuoco, mangiavano e bevevano, parlavano di politica e di donne. Durante la guerra i fascisti lo bruciarono e la Lega fu ricostruita negli anni Quaranta. Le donne vi possono entrare soltanto dal 2014 e qualche anziano ancora storce il naso. Questa è Torano, che da quest’anno avrà anche il suo caffè letterario: si parlerà di arte, cultura, sociale e attualità ma anche e soprattutto di marmo con i suoi protagonisti, libri e storie, miti e simboli del lavoro sullo sfondo delle facciate delle piccole case dove sono nate e cresciute generazioni di lizzatori, scalpellini ed artigiani.