Corriere Fiorentino

Alla stazione i pali sì ma le pensiline no Nell’attesa si brucia

Due fermate senza protezioni né panchine. Gest: «Ce lo ha imposto la Soprintend­enza»

- di Giulio Gori

Guai a intralciar­e la bella vista dei pali della tramvia. Alla stazione di Santa Maria Novella, le quattro fermate del T1 Leonardo non hanno pensilina. Così, fiorentini e turisti aspettano la propria corsa senza alcun riparo, che sia il sole d’agosto o i temporali estivi come quello di ieri sera. Il motivo, riferiscon­o da Gest, la società che gestisce la tramvia, è il no arrivato dalla soprintend­enza di belle arti e paesaggio. Le tettoie per le fermate del tram disturbere­bbero la vista sulla basilica di Santa Maria Novella. Ecco perciò che, dove per oltre vent’anni sorgeva la superpensi­lina di Cristiano Toraldo di Francia, che fu fatta abbattere dal sindaco Matteo Renzi, oggi non vengono autorizzat­e neanche piccolissi­me tettoie.

Stessa vicenda anche per altre fermate, come alla Leopolda e a Porta al Prato, dove la soprintend­enza — spiegano ancora i gestori della tramvia — ha detto di nuovo no. Chi viaggia sul tram attende perciò la corsa sotto il sole o la pioggia. Ma alle fermate della stazione di Santa Maria Novella, non c’è neppure una piccola panchina per far sedere un anziano, un disabile o una mamma con un bambino piccolo in braccio. Si sta in piedi. Il motivo stavolta non è architetto­nico:

«La soprintend­enza ha spiegato che la stazione è un luogo di passaggio e le panchine potrebbero essere d’intralcio», dicono ancora da Gest. Sul lato Alamanni della stazione, la strada abbastanza stretta dà sollievo dall’afa abbastanza presto, perché il sole tramonta dietro un palazzo già prima delle quattro di pomeriggio. Ma sul lato Valfonda, piazza Stazione è ampia, non c’è alcun riparo. Così nel pomeriggio, quando la colonnina di mercurio tocca il picco massimo, chi va verso Scandicci può cercare di mettersi all’ombra dietro il pannello della fermata. Mentre chi è diretto a Careggi non ha scampo: sole a picco, con l’aggiunta dei tubi di scappament­o delle automobili e dei bus che passano a pochi centimetri dietro di loro.

E, come ieri sera alle sette, nessun riparo dalla pioggia, tanto più che le ringhiere tra strada e marciapied­e, poi, non assicurano alcuna protezione dagli schizzi sparati dagli pneumatici delle auto. E i turisti, con i loro cappellini da baseball, i cappelli di paglia e i k-way, sono ben più attrezzati dei poveri fiorentini. La vera beffa, però, è a pochi metri. Dieci per l’esattezza, è la distanza della fermata Valfonda da due piccole torri gemelle, due centraline elettriche che si stagliano davanti all’ingresso della stazione, ostruendo a chi scende o sale dal treno la vista della basilica di Santa Maria Novella. E, va da sé, dei pali della tramvia.

La consolazio­ne di chi sceglie di viaggiare sul tram è per la corsa si aspetta davvero poco: dai quattro ai sei minuti, non di più. Poco distante, per i turisti delle grandi comitive che all’angolo con piazza Adua attendono invece i loro torpedoni, l’attesa è molto più lunga. Ma almeno hanno tutto il tempo di ammirare la bellezza dei pali della tramvia, senza il fastidioso disturbo di qualche tettoia.

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 ??  ?? In alto la fermata Valfonda con i passeggeri che ieri pomeriggio aspettavan­o sotto il sole Sopra le cabine elettriche della tramvia e a destra la fermata senza pensilina Alamanni
In alto la fermata Valfonda con i passeggeri che ieri pomeriggio aspettavan­o sotto il sole Sopra le cabine elettriche della tramvia e a destra la fermata senza pensilina Alamanni
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