Bekaert, licenziamenti rinviati di un mese
La proposta dell‘azienda al tavolo regionale, aspettando le mosse del ministro Di Maio
Il 4 settembre non sarà più la data fatidica per le sorti dei 318 lavoratori dell’azienda in crisi di Figline. Ieri mattina la multinazionale ha concesso una proroga di un mese sulla scadenza prevista per i licenziamenti. Un periodo nel quale i sindacati, la Regione Toscana, il ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio, cercheranno di trovare una soluzione per gli operai, che da due giorni hanno attivato un presidio.
Il 4 settembre non sarà più il giorno fatidico per la Bekaert di Figline Valdarno. Ma questa, per ora, è l’unica buona notizia, dato che l’azienda è disposta a far slittare soltanto di un altro mese l’avvio della procedura di licenziamento per i 318 lavoratori della fabbrica che vuole dismettere.
È questa la proposta che i dirigenti italiani della multinazionale belga hanno portato ieri al tavolo aperto all’Agenzia regionale per l’Impiego, alla presenza di Confindustria Firenze, dei sindacati (Fim-Cisl, FiomCgil, Uilm-Uil) e della Rsu. La direzione aziendale ha infatti accettato la sospensione fino al 3 settembre, giorno in cui le parti si troveranno di nuovo al tavolo della Regione. Il confronto, di fatto, si allunga fino al prossimo 3 ottobre.
«Si è delineato un percorso costruttivo coi sindacati», afferma l’azienda, pronta a riproporre il suo piano con «strumenti e attività finalizzati al ricollocamento dei lavoratori e alla reindustrializzazione del sito». Di fronte alla «proroga balneare» il governatore Enrico Rossi, che segue in prima persona la vertenza, cerca di mettere in evidenza il bicchiere mezzo pieno, pur auspicando una proroga più lunga della procedura: «Siamo di fronte ad una prima, se pur insufficiente, apertura da parte di Bekaert. Una dilazione che era dovuta». E anche la Fim-Cisl rivendica che il primo accenno di apertura da parte dei belgi «non era scontato», dice il segretario nazionale Ferdinando. Tuttavia, ammette lo stesso Uliano, «i problemi rimangono, la vertenza è difficile». Parlano quindi di proroga «non sufficiente» anche il segretario generale della Fiom di Firenze, Daniele Calosi, e il pari ruolo Uilm Davide Materazzi. «Come istituzioni non possiamo dirci soddisfatte», aggiunge il sindaco di Figline e Incisa, Giulia Mugnai.
Gli appelli sono rivolti ora al ministro Luigi Di Maio, che lunedì scorso era tornato a parlare della vertenza alle telecamere di Agorà, su Raitre, confermando la volontà di sostenere una reindustrializzazione e ribadendo il proprio impegno.
«Di Maio ha detto le cose che dovrebbero esser fatte, ma se vogliamo risolvere la questione Bekaert, abbiamo bisogno di tempo», ha affermato Materazzi. Calosi sfida apertamente il ministro a sostenere un ruolo più attivo del Governo: «Se Di Maio è davvero contro le delocalizzazioni metta da parte gli slogan, si presenti al tavolo e ce lo dimostri coi fatti. La Fiom siederà al tavolo per contrattare il lavoro, non le buone uscite». Prosegue, nel frattempo, il presidio dei lavoratori di Figline davanti alla fabbrica, a cui ieri ha fatto visita l’assessore regionale al lavoro Cristina Grieco. «La mia presenza sta a testimoniare l’interesse della Regione», ha affermato, incoraggiando i lavoratori a proseguire nella lotta «iniziata e condotta in modo civile». Oggi è atteso al presidio il leader di Leu Pietro Grasso.