Corriere Fiorentino

Il regalo all’Asl e a tutti i figli autistici

Empoli, famiglia dona un terreno: «Fateci un centro per adulti, noi non ci saremo più»

- Gori

Hanno donato oltre un ettaro di terreno alla Asl: «Fateci un centro per autistici». È il gesto della famiglia empolese Artini. Alessandro Artini è il padre di un ragazzo autistico di 28 anni che «frequenta l’unica realtà della zona destinata ad autistici, ma è in mezzo ai ragazzini» spiega Alessandro. A settembre l’azienda convocherà la Società della Salute per realizzare il progetto di un centro di accoglienz­a.

«Quando un ragazzo autistico diventa grande, per lui ci sono sempre meno opportunit­à. E poi c’è il problema di chi se ne occuperà quando noi non ci saremo più». Sono timori che affliggono molti genitori di persone autistiche. Timori che spesso non hanno una risposta. Ma c’è anche chi — come accade a Empoli alla famiglia Artini — ha deciso di regalarsi «un lieto fine». Donando più di un ettaro di terra all’Asl, affinché ci costruisca un centro per persone autistiche. Così, Alessandro Artini, padre di un ragazzo autistico di 28 anni, ha messo nero su bianco la donazione all’Asl Toscana Centro.

L’azienda, già a settembre, convocherà la Società della Salute e le associazio­ni, per definire il progetto di un centro di accoglienz­a per persone con disturbi psicofisic­i, cognitivi e comportame­ntali. Ma per gli Artini, donare i 13 mila metri quadri di terra, non è stato semplice. Una quindicina di anni fa, fu il padre di Alessandro, Raffaello, ad avere l’idea. Per realizzare un progetto del genere non basta la generosità. «L’attesa è stata lunga, gli ostacoli tanti, ma ora siamo vicini a realizzare il sogno», dice Alessandro, che ha donato il pezzo di terra in località Sant’Anna, assieme al fratello Stefano.

«Trenta anni fa, l’autismo sapevamo a malapena cosa fosse. E quel che raccontava­no i film americani era molto distante dalla realtà: il lieto fine c’è solo al cinema — racconta Alessandro — Nel corso degli anni, le cose sono migliorate, i servizi ora ci sono. Ma a ben vedere, sono per bambini, per adolescent­i, ma poi? Mio figlio ha 28 anni e frequenta l’unica realtà della zona destinata ad autistici. Ma è in mezzo ai ragazzini. Altri centri non sono specializz­ati per questo ». «E invece — prosegue — serve una “casa” in cui gli autistici vengano seguiti da persone specializz­ate, un centro in cui chi può fa un lavoro assistito e chi è più grave sia sempre sotto controllo.

Non solo, ma c’è anche bisogno di una residenza vera per il dopo di noi. Quando non ci saremo più, vogliamo che resti in buone mani». Il centro di Sant’Anna verrà intitolato a Raffaello Artini, come tributo al «bellissimo atto di generosità», per dirla con le parole dell’assessore regionale Stefania Saccardi, della sindaca Brenda Barnini e del dg dell’Asl Paolo Morello.

Ma gli Artini, il regalo, se lo sono fatti anche per se stessi: «Quel centro per noi vuol dire guardare al futuro con serenità».

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Alessandro Artini e il dg dell’Asl Centro Paolo Morello firmano l’accordo

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