LA MARGINALITÀ DA TUTELARE? QUELLA DI CHI NON DORME
Caro direttore, la lettera di Massimo Lensi sul Corriere Fiorentino di ieri a proposito delle vicissitudini di piazza Santo Spirito e dei relativi provvedimenti del sindaco Nardella si può, mi pare, sintetizzare così: i problemi di Firenze derivano da una mancanza di pianificazione; le «marginalità» vanno tutelate e recuperate con spirito di solidarietà; sono quindi sbagliate «le ordinanze di sindaci che s’improvvisano prefetti, che siano provvedimenti contro il bivacco, contro gli ubriachi o sistolate d’acqua per impedire di sedersi sui sagrati delle chiese». Misure che configurano per Lensi un’«urbanistica della repressione, molto apprezzata in Cina». Quanto alla pianificazione, francamente non sono riuscito a capire cosa significherebbe in concreto, al di là di espressioni troppo vaghe come «aiutare il recupero delle istanze vitali di una città», «mettere da parte una visione obsoleta della città, mitigarne gli aspetti violenti, esaltarne le esigenze del reale» e altre di questo tipo. In realtà siamo ancora una volta di fronte al radicato equivoco secondo il quale far rispettare con rigore le leggi, se necessario applicando adeguate sanzioni, sarebbe espressione di autoritarismo; di qui l’incongruo riferimento alla Cina, dove succede ben altro. E molto di quanto accade in Italia — nella società, nella famiglia, nella scuola — si spiega con la mancanza di fermezza che deriva da questa convinzione, o meglio da questo riflesso condizionato. Eppure il rispetto dello Stato di diritto è sempre stato una bandiera dei radicali. Ma piaccia o no la democrazia è un insieme di regole; e insiemi di regole sono la giustizia sociale, la sicurezza sul lavoro, il finanziamento dello Stato per mezzo delle tasse, insomma la convivenza civile. Quando l’educazione, la prevenzione, il dialogo hanno svolto il loro ruolo, rinunciare a farle valere, queste regole, significa premiare la prepotenza, la furbizia e la mancanza di civismo. Fra parentesi, in occasione del concerto in piazza Santo Spirito dell’altra sera, il sindaco che Lensi critica come «cinese» ha rinunciato a far intervenire le forze dell’ordine per timore di possibili scontri. Sospendo il giudizio, magari è stato saggio. Resta il fatto che almeno per il momento la prevaricazione non è stata fermata. Un’ultima osservazione riguarda le «marginalità» da tutelare evocate da Lensi: una minoranza messa da anni ai margini della convivenza civile, minacciata nel proprio diritto alla salute e costretta a subire il degrado dei propri quartieri non è forse quella dei cittadini a cui gli schiamazzi e la musica ad alto volume impediscono di dormire e che spesso costringono a fuggire dal centro?