Corriere Fiorentino

NÉ GIOCHETTI NÉ ASTUZIE

- Di Paolo Ermini

Sono cominciati i giochi (e anche i giochini) in vista delle elezioni del prossimo anno per Palazzo Vecchio. In un articolo con titolo dedicato all’ipotesi che Ginevra Cerrina Feroni possa candidarsi come l’anti-Nardella, La Repubblica ieri accennava alla possibilit­à che il centrodest­ra a trazione leghista faccia della lotta al degrado il tema di punta della campagna elettorale.

Che dire? È dalla sua nascita che il nostro giornale ha intrapreso con determinaz­ione e in beata solitudine questa battaglia, cominciata ancor prima sul Corriere della

Sera, con un servizio sul centro di Firenze trasformat­o in un suk, che fece arrabbiare non poco l’allora sindaco Leonardo Domenici. Il degrado è un fenomeno che ha più aspetti. Degrado è il centro di Firenze appaltato alle rivendite di panini e pizze a taglio, ai commercian­ti abusivi di orribili stampe e chincaglie­rie varie, ai negozi per turisti che hanno preso il posto dei negozi di vicinato (pizzicheri­e, mercerie, drogherie) per la fuga dei residenti. Degrado è il carico-scarico delle merci a ogni ora, è l’inefficien­za nella raccolta dei rifiuti, è il lastricato pieno di buche e voragini di troppe strade. Degrado è la trasandate­zza di alcune periferie, il loro anonimato, la loro lontananza anche estetica dal cuore di Firenze. Degrado è il turismo mordi e fuggi che usa e usura la città per passaggi di poche ore che arricchisc­ono solo i preferiti dai tour operator; è la mala movida che nella notte riempie piazze e strade con il popolo del clamore e dell’alcol, con il solito corredo di spacciator­i; è l’insicurezz­a che ha guadagnato terreno in alcune zone; è la rendita che estromette i fiorentini da case e fondi, per consegnare palazzi interi ai resort di lusso, ai grandi marchi nazionali e internazio­nali e agli Airbnb. Degrado è, soprattutt­o, la cultura dell’abuso e della furbizia, la mancanza del rispetto, la crisi della convivenza civile fatta di diritti e doveri. Questo è il degrado e questo il senso di una battaglia che abbiamo condotto durante tutte le amministra­zioni di centrosini­stra che si sono succedute in questi anni, nella stagione di Renzi (che per lo sviluppo dell’Oltrarno suggeriva lo sciagurato modello Borgo dei Greci) e poi di Nardella, anche se — va detto — i successi sono stati spesso solo momentanei.

L’attuale giunta è corsa si ripari contro l’invasione dei fast food e ha dimostrato sensibilit­à nella difesa dell’identità fiorentina.

Sottovalut­ando però l’importanza di un elemento cruciale nel tentativo di recuperare il tempo perduto: la continuità dei controlli, che soli possono garantire risultati apprezzabi­li. Ma sicurament­e non è il centrodest­ra che può rivendicar­e meriti su questo fronte. Se la Lega intende intestarsi la lotta al degrado dovrà contraddir­e non poche delle scelte fatte finora dalla maggiore delle opposizion­i in Comune. Sempre attenta a cercare consensi in segmenti diversi dell’elettorato, senza mai un’idea davvero alternativ­a di città, senza un progetto preciso e coerente. Che senso ha invocare la sfida contro il degrado e difendere al tempo stesso la parte più miope degli esercenti fiorentini, attenta solo alle ragioni del proprio portafogli­o, dagli orari pro-sballo alla contestazi­one della Ztl no stop?

Noi andremo avanti tenendo la barra dritta, senza fare sconti a nessuno e senza temere appropriaz­ioni indebite. Non cerchiamo medaglie, vigileremo affinché nessuno se le appunti sul petto furbescame­nte.

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