Spari al migrante, svolta choc
Hanno 13 anni i due che hanno aggredito il giovane a Vicofaro. Gli inquirenti: bravata
Sono stati due ragazzini di soli 13 anni a sparare contro un migrante, ospite della parrocchia di Vicofaro. Per il momento non viene loro contestato il movente razzista.
A sparare contro il migrante ospite della parrocchia di Vicofaro sono stati due ragazzini di 13 anni che giovedì scorso sarebbero usciti di casa armati di una pistola scacciacani modificata solo per divertirsi un po’. I tredicenni sono stati adesso identificati dagli investigatori della Digos che, coordinati dalla Procura di Pistoia, da una settimana erano sulle loro tracce: si tratta di due italiani, famiglie apparentemente senza problemi, che sono stati immediatamente segnalati alla Procura per i minori.
Per loro è scattata l’accusa di minaccia aggravata ma al momento non è stata contestato anche il movente del razzismo. In base a quanto emerso fino a questo momento sarebbe stata una bravata. La dinamica è però ancora in corso di accertamento: il giovane migrante aggredito ha raccontato di essere stato insultato da due ragazzini in bicicletta e poi di aver sentito uno sparo alle sue spalle ma di non aver visto la pistola. Due episodi avvenuti in tempi diversi — gli insulti e lo sparo — così come dimostrato anche dalla posizione in cui è stato trovato il bossolo. Si tratta adesso di capire se i ragazzini denunciati per l’uso delle armi sono gli stessi che poco prima hanno urlato insulti razzisti al migrante. Essendo sotto i quattordici anni i due non sono comunque imputabili e quindi il fascicolo aperto dalla pm Ersilia Spena è destinato all’archiviazione.
Nell’abitazione dei ragazzi gli investigatori hanno trovato la pistola che cercavano e anche una carabina ad aria compressa. Bisognerà adesso capire perché dei ragazzi così piccoli avessero la disponibilità di queste armi e soprattutto se i genitori fossero al corrente del modo di divertirsi dei figli.
A ridimensionare l’accaduto, nel corso dell’omelia durante la Messa di domenica, ci aveva già pensato il «parroco dei migranti», come viene chiamato don Massimo Biancalani che da anni nella parrocchia di Santa Maria Maggiore offre rifugio a centinaia di extracomunitari. «È stata una goliardata — aveva detto — voglio rassicurare tutti perché quello che è accaduto è il gesto di qualche balordo, qualcuno che ha sparato a salve e che non sembra legato a gruppi estremisti». Una goliardata però da non sottovalutare — ha precisato — dato che un episodio del genere dimostra una volta di più quanto il razzismo sia penetrato in profondità nella società.
Era stato proprio don Biancalani, nella notte tra giovedì e venerdì, a raccontare sul suo profilo Facebook l’aggressione avvenuta fuori dalla parrocchia: «Vi scrivo a quest’ora, le due di notte, dagli uffici della Questura per informarvi che verso le 11 a Vicofaro ci sono stati degli spari! Due giovani italiani al grido “negri di merda” hanno sparato uno o due colpi di arma da fuoco in direzione di uno dei nostri ragazzi migranti che fortunatamente è rimasto illeso. Sono in corso le indagini, per il momento non so dirvi altro». Il migrante aggredito si chiama Buba Ceesay, ha 24 anni ed è originario del Gambia. Intorno alle 23 stava facendo jogging come tutte le sere, quando in una zona poco illuminata ha visto due ragazzi in bici che l’hanno insultato, «negro bastardo». Un attimo dopo, mentre proseguiva sulla strada, alle sue spalle ha sentito lo sparo. «Ho provato a inseguirli — ha raccontato agli investigatori — ma loro sono scappati». Quando è tornato indietro, in via Giuseppe Donati, ha trovato un bossolo. Nei successivi sopralluoghi la polizia ha trovato altri due bossoli in un piazzale a pochi chilometri di distanza dal luogo di ritrovamento del primo, nei pressi di una palestra in via Nazario Sauro. In quella zona, hanno raccontato alcuni residenti, si sentivano spesso rumori di spari e mortaretti.