Sandro Ivo Bartoli e lo Scherzo sul «Gianni Schicchi»
I sentieri della vita a volte prendono svolte inaspettate. Il pianista Sandro Ivo Bartoli è nato e vive tuttora (pur con un ventennale intervallo londinese, vincitore di una borsa di studio alla Royal Accademy) a Vecchiano, località che affaccia sul lago di Massaciuccoli, proprio di fronte a Torre del Lago e alla villa di Giacomo Puccini. Stasera alle 21, a Villa Paolina a Viareggio, proporrà un programma pianistico incentrato proprio sul compositore lucchese. Tanti i motivi di fascinazione. «La letteratura pianistica di Puccini consta di sei composizioni brevi, una paginetta l’una — ci racconta — Eppure proprio a queste devo la mia fama. Se all’inizio c’era una certa freddezza rispetto alla proposta, poi le ho eseguite in tutto il mondo, e pure incise su disco». Pensare che Bartoli inizialmente Puccini lo aveva un po’ snobbato. Forse per la voglia degli adolescenti di affrancarsi dalla famiglia. Infatti il bisnonno Senofonte Prato era amico di Giacomo e pure musicista valoroso. Aveva suonato diretto da Toscanini e a Puccini aveva vinto il violino in una gara a chi sparava meglio. «Così mio padre aveva iniziato i suoi studi musicali sul violino di Puccini. Che purtroppo andò perso durante la seconda guerra mondiale».
Accanto alle composizioni per piano la serata prevede alcune trascrizioni di arie celebri firmate da Carlo Carignani, compositore amico fin dall’infanzia di Puccini. È lui ad avere curato per Ricordi tutte le trascrizioni delle opere del sor Giacomo. «Composizioni senza grandi pretese — ci spiega Bartoli — ma popolarissime all’epoca». Nella seconda parte la sorpresa: rivive infatti l’arte della parafrasi, una forma compositiva molto in voga di cui, dagli anni Cinquanta in poi, si è persa dimestichezza. Basti citare capolavori delle letteratura pianistica come le trascrizioni di Liszt, di opere di Verdi, Rossini, Bellini, Donizetti. «Puccini, che io sappia, mai. Ho risposto con entusiasmo alla proposta del Festival, per celebrare i 100 anni, del Trittico di curarne la parafrasi. Non sono un compositore, sono andato con il mestiere per comporre lo scherzo sul Gianni Schicchi e trascrivere il meraviglioso intermezzo di Suor Angelica». Ma c’è qualcosa di cui Bartoli è particolarmente fiero, la monumentale parafrasi del Tabarro (quaranta pagine fitte di musica) firmata dal compositore americano David Plylar e da lui dedicata allo stesso Bartoli. «Musica difficilissima ma molto bella, tanto che il prossimo 15 agosto la proporrò a casa di Wagner, al Festival di Bayreuth».