Corriere Fiorentino

La Corte d’Appello annulla le sanzioni al vecchio Cda: «Consob sapeva dei conti»

- di Silvia Ognibene

Il popolo non poteva permetters­i le acque a Porretta o Montecatin­i, né di seguire la nuova moda dei bagni di sole e mare andando a Livorno, e così affollava i tanti bagni sull’Arno, primo tra tutti quello della Vagaloggia.

La Vagaloggia era una suggestiva porticciol­a che si trovava in fondo a Borgo Ognissanti verso il Prato, dove da secoli mulini e gore alimentava­no le attività legate ai panni della lana e dove il Mugnone si gettava in Arno, dopo essere stato deviato dal corso originario che scorreva in via dei Fossi e prima di essere ancora allontanat­o fino a sfociare nel fiume all’Indiano, in fondo al parco delle Cascine.

La porticciol­a all’esterno era circondata da un giardino e all’interno dava sull’affollata Borgo Ognissanti, cuore economico e sociale della zona grazie anche alla famiglia Vespucci che costruì l’ospedale chiuso solo alla fine dello scorso millennio. E accanto alla Vagaloggia c’era- no i famosi bagni pubblici, cui si arriva a passando tra gli aranci e dove si pagava una carzie per avere dal bagnaiuolo un asciugaman­o di lino.

Il bagno, che era di quelli di lusso, era diviso da un cancello di ferro per tutta la sua lunghezza: una parte era riservata alle donne, l’altra agli uomini, anche se accadeva che qualche intrepido nuotatore si buttasse sott’acqua e facesse finta di emergere per sbaglio tra le donne, suscitando grida e proteste. L’Arno lì era meno pericoloso che in altri tratti, dove i mulinelli e le correnti facevano vittime spesso e volentieri e il bagno pubblico della Vagaloggia ebbe successo a lungo, nonostante la concorrenz­a di molti altri: quello in lungarno Serristori ai Renai, e quello Del Nero in lungarno Torrigiani, completame­nte circondato da tende per tenere lontano sguardi indiscreti, e uno vicino, a prezzi modici, dove donne e uomini non stavano separati, e ancora quello del popolino alla pescaia di San Niccolò, quello della Zecca Vecchia sull’altra riva del fiume.

La porticciol­a e il giardino ormai incolto della Vagaloggia sparirono nel 1855 per far posto al nuovo lungarno che arriva fino alla Cascine; e al loro posto sorge l’elegante villa della baronessa Favard, costruita da Giusepe Poggi, oggi sede del Polimoda.

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 ??  ?? L’opera Il dipinto di Borbottoni si intitola «Veduta esterna dell’antica piazzola alla Vagaloggia che dà Borgo Ognissanti sul Prato metteva alle Cascine» (Collezione Borbottoni, Fondazione Cr Firenze)
L’opera Il dipinto di Borbottoni si intitola «Veduta esterna dell’antica piazzola alla Vagaloggia che dà Borgo Ognissanti sul Prato metteva alle Cascine» (Collezione Borbottoni, Fondazione Cr Firenze)

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