Corriere Fiorentino

«Consob sapeva del crac di Etruria» I giudici annullano le sanzioni al Cda

La Corte d’Appello punta il dito contro la mancata vigilanza sui conti della banca

- Silvia Ognibene

La Consob sapeva fin dal dicembre 2013 della gravissima situazione in cui si trovava Banca Etruria, grazie ai documenti e alle informazio­ni ricevute da Bankitalia, e dunque le sanzioni comminate ad amministra­tori e sindaci revisori, per le informazio­ni che avrebbero omesso di inserire nel prospetto dell’aumento di capitale di fine 2013, vanno annullate. È quanto ha disposto ieri la Corte d’appello di Firenze, secondo la quale le sanzioni, emesse nel 2017, erano tardive.

I giudici hanno accolto la tesi degli ex membri del Cda e dei sindaci della banca aretina, secondo i quali la Consob ha esercitato il proprio potere fuori tempo massimo, ovvero oltre il termine di 180 giorni. La decisione presa ieri riguarda l’appello presentato contro le sanzioni dagli ex sindaci di Banca Etruria (Massimo Tezzon, Paolo Cerini, Gianfranco Neri, Carlo Polci) e l’ex amministra­tore Andrea Orlandi, tutti difesi dall’avvocato Renzo Ristuccia. E segue una sentenza del tutto analoga con cui lo stesso Tribunale ha annullato il mese scorso le sanzioni verso un altro ex consiglier­e, Alberto Bonaiuti. A fine settembre è poi attesa la sentenza della stessa corte per il ricorso presentato contro le sanzioni Consob dall’ultimo presidente di Etruria, Lorenzo Rosi, in carica quando l’istituto venne commissari­ato, nel 2015, da Bankitalia e nel cui Cda sedeva anche Pier Luigi Boschi.

I giudici fiorentini hanno smontato il «rimpallo» di responsabi­lità fra le due autorità di vigilanza, con Consob che, per difendersi, ha sempre sostenuto di essere intervenut­a così tardi perché aveva ricevuto solo nel maggio 2016 tre fondamenta­li documenti di Bankitalia, relativi alla situazione di Banca Etruria.

Secondo la Corte d’appello, invece, l’autorità guidata da Giuseppe Vegas era in possesso di informazio­ni sufficient­i a farsi un’idea della reale situazione di Etruria ed avrebbe potuto quindi esercitare il proprio potere sanzionato­rio nei termini previsti. Bankitalia, rilevano i giudici fiorentini, aveva sicurament­e trasmesso i risultati dell’ispezione del 2013 e, nel dicembre dello stesso anno, una nota riservata proprio per Consob nella quale c’era scritto chiarament­e che Etruria «non era più in grado di percorrere in via autonoma la strada del risanament­o», imponendon­e l’aggregazio­ne con un altro istituto. Aggregazio­ne poi saltata e seguita dalla messa in risoluzion­e, ma caldeggiat­a da via Nazionale che aveva correttame­nte informato Consob. «Di più Banca d’Italia non poteva dire a Consob», affermano i giudici. «Non era abbastanza per Consob — si chiedono — per cominciare ad indagare sulla trasparenz­a e veridicità del prospetto dell’offerta al pubblico delle azioni in aumento di capitale che si era avuta nei mesi precedenti?».

Questo però non basta agli ex vertici di Etruria che mettono in discussion­e anche l’operato di Bankitalia, contro le cui sanzioni hanno ugualmente fatto ricorso.

 ??  ?? La vecchia sede di Banca Etruria. Il marchio è stato cancellato dopo l’acquisto da parte di Ubi
La vecchia sede di Banca Etruria. Il marchio è stato cancellato dopo l’acquisto da parte di Ubi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy