Il Cencio che spiazza la Piazza
Svelato a Palazzo Pubblico il Cencio dell’artista Charles Szymkowicz Una Madonna dai tratti neo-espressionisti che lascia perplessi molti contradaioli presenti
Una sfida di colori, non facile da raccogliere. Charles Szymkowicz ha un nome difficile. E il suo drappellone, presentato ieri sera nel Cortile del Podestà, per il Palio del 16 agosto, ha avuto un impatto difficile con i contradaioli. Pochi applausi, fischi, il gelo oltre la cortina delle autorità sedute nelle prime file. Eppure l’artista belga, fra i maggiori pittori neoespressionisti operanti in Europa, ha interpretato la committenza del Cencio, che risale alla precedente amministrazione, con una vera e propria esplosione di colori, indubbiamente di forte carica suggestiva, mantenendo «inalterata — ha detto il presentatore Enrico Crispolti — la sua riconoscibilissima e potente tecnica pittorica».
Chi conosceva già le opere dell’artista, non sarà rimasto sorpreso. Per gli altri l’approccio è stato quantomeno meno istintivo. Non sempre le intenzioni anche più sincere, si trasformano in emozioni. Perché il drappellone è un’opera d’arte del tutto sui generis. Deve essere in grado di trasmettere qualcosa che sta a metà tra il sogno e la tradizione, parlando in modo semplice, seppure con le più raffinate tecniche artistiche, al cuore dei senesi.
Di fronte all’enorme figura della Madonna, sormontata da un’aureola che appare come una sorta di grande girasole, il dialogo almeno all’inizio è stato piuttosto difficile. L’emozione dei contradaioli non è stata percepibile. L’Assunta stringe un cavallo bianco che non è slanciato nell’impeto della corsa, non esprime la propria potenza, ma appare quasi frenato, contenuto tra le mani della Madonna. E la conchiglia, dove tutto si compie, è tratteggiata su una sorta di tavolozza viola, dove sono ospitati anche i simboli delle contrada reinterpretati con forte impegno dall’artista, ed un cavallo nero, quasi speculare rispetto a quello bianco.
Ha spiegato, presentando l’opera, il professor Crispolti, che è storico dell’arte: «Charles, in questa sua prova ha scelto un’impostazione frontalmente molto forte e sintetica, d’intensità emotiva affidata anzitutto alla potenza evocativa plastica del colore, risolvendo efficacemente l’allusione alle necessarie presenze iconiche tradizionali, riproposte in efficacissima sintesi: l’iconico forte volto della Vergine, il cavallo bianco, emblemi storici necessari; il tutto su un remoto ma partecipe sfondo di memorabili richiami architettonici senesi». Il sindaco Luigi De Mossi, da parte sua, ha cercato altre chiavi di lettura: «Siamo in presenza di una Madonna molto giovane e bella che tiene tra le braccia, quasi a cullarlo un cavallino bianco, quasi una Natività pagana. Nel contempo, Szymkowicz ha cercato di cogliere l’essenza del dinamismo allontanandosi da una staticità innaturale in fin dei conti non veritiera: un cavallo bianco in movimento che vuole raggiungere un altro cavallo, nero, nella conchiglia di Piazza. Il bianco e il nero — ha sottolineato De Mossi che si uniscono come nella Balzana: una comunione di popolo e di municipalità».
Indubbiamente l’artista belga in questa sua prova si è messo in gioco, perfino imprimendo i tratti del proprio volto nel tondo dell’orologio di una Torre della Mangia rivisitata nel tono di un verde tenue, e anche — assicura chi la conosce — ispirandosi alla propria figlia per il volto della Madonna.
Immediatamente apprezzata, senza bisogno di molte spiegazioni, l’opera dell’artista Paolo Penko, raffinato interprete dell’arte orafa fiorentina, che andrà alla migliore coppia di alfieri, nel ricordo di Giancarlo Galardi, grande alfiere di altri tempi della Selva, ma soprattutto senese intransigente nell’amore per la propria città, per 14 anni Presidente del Comitato Amici del Palio. Un premio che la Selva ha voluto dedicargli e che Penko ha interpretato al meglio, anche nel ricordo di un’antica amicizia con Galardi. L’opera ripropone la raffigurazione in bronzo di Piazza del Campo. Curatissima nei dettagli del mattonato che compone i nove spicchi e sui quali si stagliano, in un baleno di luce, due alfieri in lega ricoperta da foglia in oro.
Crispolti Charles affida la sua interpretazione anzitutto alla potenza evocativa plastica del colore
De Mossi Sembra una Natività pagana di forte dinamismo grazie anche al cavallo quasi in corsa