Corriere Fiorentino

«Erano incappucci­ati e violenti Ho reagito, anche senza pistola»

Angiolo Rossi, 90 anni: «Volevano l’oro, ci minacciava­no con un cacciavite»

- di Antonio Valentini

«No, via, falli entrare, sono fuori al sole. O che siamo sennò…». Angiolo Rossi, 90 anni portati con la lucidità e la determinaz­ione di un trentenne, fa aprire la porta di casa ai giornalist­i. Siede nel tinello, maglietta bianca e parlantina sciolta.

Da poco è uscito il medico: «Solo un controllo di routine», dice senza fermarsi. In realtà Angiolo Rossi, padre del presidente della giunta regionale, porta visibili i segni dell’aggression­e di giovedì sera: il polso sinistro, quello dell’orologio che volevano strappargl­i, è avvolto in una vistosa fasciatura, che però non copre per intero l’ecchimosi giunta a lambire la base del pollice; sul braccio destro sono evidenti i segni della trattenuta. Uno dei tre banditi tentava di strappargl­i l’orologio provando a vincere la sua resistenza, un altro lo tirava dalla parte opposta. Momenti, anzi minuti terribili.Allora, signor Rossi, come è andata? «Dormivo, quando a un tratto ho visto due davanti a me, incappucci­ati e con un cacciavite in mano, che mi puntavano una luce negli occhi. Ho pensato: sto sognando. Poi mi son reso conto che era tutto vero e ho reagito. Con questo piede mezzo malandato ho dato una botta a quello più vicino e l’ho spinto sul canterale, ma lui è tornato indietro, ha continuato a puntarmi la luce negli occhi e muovendo il cacciavite mi ha chiesto dov’era la cassaforte».

Oltre ad Angiolo Rossi, nella casa c’era Arduina, la sua compagna di 82 anni, che al momento dell’irruzione dalla finestra dello stanzino, era seduta sul divanetto del tinello a guardare la television­e: «Saranno state le 23 — spiega —. Guardavo un programma quando me li sono visti arrivare da quella porta. Uno mi ha bloccato mentre mi alzavo e, con tono minaccioso, ha detto di stare ferma e zitta, altrimenti mi avrebbero fatto del male; gli altri due sono andati verso la camera. Io mi raccomanda­vo: non fateci niente, di là c’è Angiolo che dorme». Angiolo dormiva fino a quando i due incappucci­ati l’hanno svegliato. «Ho sentito la sua voce e allora ho detto a quello che mi teneva fermo: voglio andare di là, così se ci volete picchiare, ci picchiate tutti e due insieme».

Ai tre banditi interessav­a solo la cassaforte e il suo contenuto. «Per questo io gliel’ho indicata: guardate, è in quel punto lì — racconta Angiolo —. Ci sono 5000 euro, portateli via. Hanno aperto con la chiave e hanno arraffato tutto. Ma volevano di più, oltre ai soldi chiedevano oro. Gli ho risposto che non ce l’avevo, che a suo tempo l’avevo regalato a una parente». Non sa dire che accento avessero, non è riuscito a distinguer­lo. Sa solo che urlavano, che usavano modi feroci, che aggredivan­o a parole e alzavano le mani.

Quando poi hanno visto l’orologio, gli si sono accaniti contro, tirandolo da una parte e dell’altra per sfilarglie­lo dal polso. «A me dell’orologio me ne importava un corno. Guardi, è quello lì, non ha neppure un grande valore. Ho reagito d’istinto, anche perché mi pareva che un malloppo da 5000 euro fosse già abbastanza. E poi avevano anche voglia di picchiare, erano pronti a tutto. Sa com’è, i soldi valgono, ma l’integrità della persona vale di più».

Per impedire a Angiolo e ad Arduina di chiedere aiuto, si sono portati via i cellulari, poi recuperati dagli agenti, e hanno strappato i fili del telefono fisso.

«A un certo punto uno dei banditi ha detto: andiamo via, andiamo via… E se ne sono usciti dalla porta principale». I due, smarriti, si sono guardati attorno. Nel raid non avevano risparmiat­o neppure i cassetti del tinello, trovando altri duecento euro tenuti lì per le spese. «Sono uscita per strada — conclude Arduina —, ho fermato le macchine, ho chiesto aiuto, sono arrivati i vicini, poi i carabinier­i, la scientific­a. Non abbiamo toccato niente e loro, per fare i rilievi, ci sono stati fino alle due di notte».

Tutto sarà durato una ventina di minuti. Non di più. Tanto è bastato per terrorizza­re i due anziani inermi e ripulirli di ogni cosa, tranne che di una banconota da cinque euro volata nel fuggi-fuggi e poi trovata sul pavimento dai carabinier­i. «I carabinier­i hanno avvertito mio figlio Enrico — aggiunge Angelo — Come dice? Se ci saremmo difesi avendone i mezzi? Vuol dire se avessimo avuto una pistola? No guardi, non ce lo chieda neppure, noi non rispondiam­o. Non ci faccia rispondere».

Lui e la compagna Ho detto loro: voglio andare di là, così se ci volete picchiare, ci picchiate insieme

Lui e le polemiche

Se ci saremmo difesi avendo le armi? A questa domanda non voglio nemmeno rispondere

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