Corriere Fiorentino

«Non chiamate goliardia il razzismo»

Nardella celebra i 74 anni dalla Liberazion­e di Firenze. In piazza l’ex presidente del Sudafrica

- Giulio Gori

«Erano anni che non si vedeva una partecipaz­ione così alta». Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, è sull’arengario di Palazzo Vecchio per celebrare i 74 anni dalla Liberazion­e della città. Le sue parole spiegano il motivo di tanta gente: «Se il fascismo non si può ripetere come fatto storico, è altrettant­o vero che le cause che lo hanno scatenato possono riproporsi con fenomeni dalle diverse sembianze ma con gli stessi effetti, se non addirittur­a più pericolosi», dice, facendo riferiment­o al «razzismo», in quella che suona come un’accusa all’at- tuale maggioranz­a politica nazionale. E aggiunge: «Guai a definire certe aggression­i, una ragazzata, una goliardata. È razzismo».

Nardella fa appello al rispetto della Costituzio­ne, ricorda la sua proposta di legge sull’educazione civica a scuola e, accanto al ricordo del cardinale Elia Dalla Costa, che nel ‘38 invitò i fiorentini a chiudere le finestre durante la visita di Hitler, celebra anche il partigiano comunista Marcello Citano, nome di battaglia «Sugo», scomparso il mese scorso. Accanto al sindaco, c’è l’ex presidente del Sudafrica, Kgalema Motlanthe, arrivato in città per celebrare i 100 anni dalla nascita di Mandela. Motlanthe, come Madiba combatté contro l’apartheid e come Madiba finì in carcere per molti anni.

«Firenze ha un posto speciale nel cuore dei sudafrican­i», spiega. Quando Mandela era in carcere, Palazzo Vecchio gli concesse infatti la cittadinan­za onoraria. Che Motlanthe, in inglese, declina in modo suggestivo: «Nel 1987 avete concesso a Mandela la libertà di vivere a Firenze».

Davanti all’arengario una folta folla, con due tra gli ultimi partigiani, Moreno Cipriani e Leandro Agresti, mentre a Silvano Sarti, rimasto a casa per ragioni di salute, va il saluto del sindaco e del presidente dell’Anpi Firenze, Renato Romei, che dedica la giornata ai 318 lavoratori della Bekaert di Figline, a rischio licenziame­nto, e a don Massimo Biancalani, il prete di Pistoia che ha creato una comunità di profughi africani.

Le celebrazio­ni, ieri mattina, sono iniziate alle sette in punto con i rintocchi della Martinella, dalla Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, che 74 anni fa annunciò la Liberazion­e di Firenze. Poi, l’alzabandie­ra di piazza Santa Croce, con la deposizion­e di una corona di alloro e il ricordo dei caduti di tutte le guerre. Con Nardella, in Santa Croce ecco spuntare anche Matteo Renzi, tra Gonfaloni dei Comuni del Fiorentino e labari delle associazio­ni partigiane.

Polemiche, da «Firenze riparte a Sinistra», sono arrivate contro la commemoraz­ione che si è svolta a Trespiano in ricordo dei franchi tiratori fascisti: «Così, si offende, nell’anniversar­io della Liberazion­e di Firenze, la storia della Resistenza e della città stessa».

Ieri e oggi

«Ciò che ha scatenato il fascismo può tornare con effetti pericolosi» Anche Renzi in piazza

 ??  ?? Il corteo storico per la Liberazion­e
Il corteo storico per la Liberazion­e
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Dario Nardella davanti alla Martinella che ieri alle 7 ha suonato per celebrare la Liberazion­e avvenuta l’11 agosto del 1944 A sinistra Matteo Renzi, in piazza per il corteo e l’ex presidente del Sudafrica Kgalema Motlanthe, in città per i 100 dalla nascita di Mandela (foto Berti /Sestini)
Dario Nardella davanti alla Martinella che ieri alle 7 ha suonato per celebrare la Liberazion­e avvenuta l’11 agosto del 1944 A sinistra Matteo Renzi, in piazza per il corteo e l’ex presidente del Sudafrica Kgalema Motlanthe, in città per i 100 dalla nascita di Mandela (foto Berti /Sestini)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy