Un mese di set, più costi o benefici? A Palazzo Vecchio 340 mila euro
Il conto tra tasse, affitto per le riprese in Palazzo Vecchio, donazioni. E i disagi? Non quantificabili
Se i costi «vivi» saranno da calcolare alla fine, così come i disagi, si può già ipotizzare quanto porterà al Comune l’arrivo delle riprese di Six Underground a Firenze: una cifra tra i 340 mila ed i 360 mila euro, tra occupazione del suolo pubblico, tassa di soggiorno e contributi «diretti» a Palazzo Vecchio. Da oggi via ai «campi base».
I trenta giorni di utilizzo di gran parte del centro storico per produrre il film Six Underground di Michael Bay frutteranno al Comune almeno 340 mila euro. Il primo assegno, da 147 mila euro, è già stato staccato e consegnato a Palazzo Vecchio. Ed anche se è difficile fare previsioni puntuali su quanto davvero incasserà (direttamente o indirettamente) l’amministrazione da questa invasione hollywoodiana, una stima è già possibile. Mentre il «costo», soprattutto per i disagi possibili, è tutto da calcolare.
I 147 mila euro sono la prima tranche del canone per l’occupazione del suolo pubblico. Sono i soldi che Netflix, il gigante della distribuzione dei film in streaming ora passato anche a produrli, deve pagare per i tre «campi base» che comincia ad installare da oggi e dove si collocheranno gran parte dei 450 tecnici e artisti impegnati nelle scene fiorentine dell’opera di Bay.
Si tratta di oltre duemila metri quadri occupati tra Piazzale Vittorio Veneto, lungarno della Zecca Vecchia e (dal 24 agosto) anche piazza Ognissanti.
Più difficile la stima del resto del canone per l’occupazione del suolo pubblico: i primi tre giorni, da regolamento comunale, per i film sono infatti gratuiti. Ma qui si parla di tre fasi: una che dura 12 giorni (dal 21 al 31 agosto), un’altra di uno solo giorno, il 3 settembre, poi dall’11 al 22 settembre (rinvii, ritardi e contrattempi di meteo o altro permettendo). Il calcolo si farà alla fine. Si parla comunque di una cifra che potrebbe oscillare tra i 40 mila ed i 60 mila euro.
Un’altra partita, invece questa volta sicura, è quella della tassa di soggiorno. Queste 450 persone impegnate dovrebbero trovare spazio, tutte, presso la città (anche per esigenze logistiche e di vicinanza con i vari luoghi dei set). Se tutte soggiornassero in hotel o case in affitto che pagano davvero la tassa (quindi anche Airbnb) per l’intero mese, come probabile, il Comune incasserebbe da questi ospitilavoratori un gruzzoletto che varia tra i 45 mila ed i 65 mila euro (a seconda delle «stelle» dell’ospitalità scelta).
A queste cifre si aggiunge l’affitto per le riprese di Palazzo Vecchio (in questo caso si tratta di un giorno solo, quello di chiusura del Museo, un giovedì, per circa 5.500 euro). Ed i 100 mila euro che Netflix ha promesso come contributo volontario alla città per il «disturbo».
Il conto finale potrebbe essere di una cifra tra i 340 mila ed i 360 mila euro. A cui però ci sono una serie di interventi il cui peso si saprà solo alla fine dell’operazione Six Underground. Il pagamento dei servizi dei vigili urbani, le pulizie della città dopo le riprese. Ancora: se ci dovesse essere bisogno di togliere cartelli stradali, o altro arredo urbano, la produzione si deve accollare tutte le spese, di rimozione e di ripristino (sperando fatte in modo opportuno) degli stessi.
L’altro fronte è quello di quanto vale l’operazione come ricaduta di immagine. Altri film, come Inferno, hanno portato, ha detto la vicesindaca Cristina Giachi, «almeno 25 mila turisti» a fare il tour dei luoghi che avevano visto nel film di Ron Howard: peraltro, il tour costa 300 euro circa a persona. Altri invece ricordano come sia Firenze un valore aggiunto in quanto tale di immagine, una scenografia perfetta per qualunque opera cinematografica, che viene solo migliorata dalla città. Ma questo è un altro capitolo su cui la città (e la regione) discuterà. A lungo.
Cominceranno invece subito a discutere i fiorentini restati in città ad agosto e quelli che, dalla seconda settimana di settembre, dovranno affrontare i disagi della collocazione dei vari set in centro. Sicuramente, i disagi ci saranno per gli ambulanti e i cassettai a cui Palazzo Vecchio ha già comunicato i giorni e i luoghi durante i quali non potranno aprire o dovranno arrivare dopo (o chiudere prima) l’orario consentito. Dai lungarni a via Magliabechi, da piazza della Repubblica a piazza Strozzi passando dal Duomo, la lista è lunga.