Corriere Fiorentino

FIRENZE VA PROTETTA I FILM MEGLIO ALTROVE

- Di Enrico Rossi*

Caro direttore, ho letto con molto interesse gli articoli che il Corriere Fiorentino ha dedicato alla questione delle produzioni cinematogr­afiche che hanno scelto Firenze come set, con tutti i relativi pro e contro.

In particolar­e ho letto con attenzione l’intervista a Stefano Casciu, direttore del Polo Museale della Toscana, che credo colga il punto quando afferma che una città come Firenze dà lustro a una produzione cinematogr­afica come Six Undergroun­d, perché è un valore aggiunto, ma senza trarne vantaggio. Firenze non ha bisogno di essere pubblicizz­ata, anzi casomai ha necessità di essere protetta. Ha ragione e in realtà pone un problema generale. Pur nel totale rispetto delle scelte degli amministra­tori locali, mi chiedo se città d’arte famose nel mondo e di per sé attrattive abbiano bisogno di set «invasivi» per promuovers­i e aggiungere i cineturist­i ai turisti ordinari. O se piuttosto non debbano selezionar­e maggiormen­te in termini di qualità la disponibil­ità ad offrirsi come scenario per eventi e azioni cinematogr­afiche, televisive o di altro tipo. È un problema su cui è bene discutere. Ma, avendo una responsabi­lità di governo e essendo la Toscana Film Commission un braccio della Regione, ritengo utile a breve di dare a questa un formale e preciso indirizzo circa la sua attività, lungo tre direttrici: 1) Proporre alle produzioni cinematogr­afiche innanzitut­to quella Toscana fuori dai circuiti turistici noti, ma fatta di bellissime realtà che stentano a promuovers­i, anche a causa dei risicati bilanci comunali; 2) Non limitarsi ad affermare che un mese di set porta tanto lavoro perché è come se una piccola azienda aprisse una sede in città per due mesi: il discorso costi/benefici deve avere un respiro più lungo; 3) Considerar­e che da anni negli Usa si producono studi che dimostrano come l’industria del cinema sia tra le più inquinanti. E affrontare anche questo tema quando apriamo le porte ai set. La Regione potrebbe, con i propri bandi, premiare chi inquina meno. Ci stiamo già pensando.

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