Corriere Fiorentino

Il ritorno dei rom alla Stazione

Assediano i turisti, s’improvvisa­no facchini abusivi. I dipendenti: stanchi di minacce

- Passanese

Un balletto con ruoli definiti e una regia affinata nel corso di centinaia di prove. C’è chi chiede con insistenza l’elemosina e chi, invece, si sostituisc­e ai dipendenti di Ferrovie per dispensare consigli, aiuti e per accompagna­re i viaggiator­i ai parcheggi dei taxi o alla fermata della tramvia dietro compenso.

Succede ogni giorno all’interno del grande salone della stazione di Santa Maria Novella dove sono posizionat­e le biglietter­ie self service. Insomma, dopo un periodo di assenza, i rom sono tornati nello scalo ferroviari­o fiorentino: sono tutte donne, sempre le stesse, ma nei fine settimana e nei giorni di maggior afflusso la pattuglia può anche a raddoppiar­e. Arrivano in stazione alle 8 dai campi nomadi dell’hinterland, e per tutto il giorno si aggirano come trottole impazzite tra le «emettitric­i automatich­e» in cerca di turisti stranieri da spennare.

Non appena adocchiano chi è in difficoltà o chi va di fretta (soprattutt­o si tratta di giapponesi, cinesi e americani), si avvicinano e iniziano a impartire lezioni su come funziona il self service: «Dove devi andare?», «Quanti siete?», «Non puoi pagare con la carta ma solo in contanti», «Sono pesanti le valigie? Aspetta che te le porto io e poi mi dai qualche euro per mangiare...». E una volta che la «macchinett­a» ha emesso il ticket, la rom pretende o preleva il resto dalla cassetta della restituzio­ne, come ricompensa per il favore non richiesto. Qualche volta si accontenta­no di cinque euro, altre pretendono fino a dieci euro. E guai a ribellarsi: «Abbiamo provato più di una volta ad allontanar­le — afferma una dipendente di Fs in servizio all’ufficio informazio­ni — ma alcune di noi sono state anche minacciate. E un collega si è preso anche uno sputo in faccia. Sinceramen­te non sappiamo più cosa fare. Abbiamo le mani legate e a dire la verità abbiamo anche un po’ paura perché all’esterno ci sono altri rom a controllar­e e pronti a intervenir­e. Meglio non mettersi contro queste persone perché non sai mai come potrebbe andare a finire. E allora ecco che talvolta ti conviene far finta di non vedere».

C’è da dire, però, che la polizia ferroviari­a, negli anni, è riuscita a ridurre il fenomeno grazie ai continui controlli, alle denunce e ai fogli di via: basti ricordare che fino a un paio di anni fa in Santa Maria Novella di rom ce n’erano una settantina. Oggi il problema è sicurament­e più contenuto ma comunque fastidioso. E nonostante la continua opera di prevenzion­e non c’è giorno che gli agenti non accompagni­no una delle rom nei loro uffici per l’identifica­zione. Grandi Stazioni, dopo aver installato i gate di accesso ai binari e rafforzato la vigilanza, a questo punto non sa più cosa fare: «Abbiamo fatto il massimo — fanno sapere infatti dall’azienda — e stiamo continuand­o a investire denaro per rendere la stazione sempre più sicura. Ci rendiamo conto della situazione e faremo in modo, insieme alla Polfer, di risolverla. Perché scene del genere non sono un buon biglietto da visita per Firenze e per chi arriva in città. Cerchiamo di contrastar­e questi comportame­nti facendo passare il nostro personale, ma non possiamo intervenir­e direttamen­te perché è un problema di ordine pubblico».

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Una delle donne rom alla stazione
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 ??  ?? La stazione di Santa Maria Novella dove ogni giorno stazionano gruppi di rom
La stazione di Santa Maria Novella dove ogni giorno stazionano gruppi di rom

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