Corriere Fiorentino

Chiara torna nella sua Foiano Per gli altri tre toscani funerali di Stato

LE VITTIME

- Fatucchi

Gli sguardi si alzano, gli occhi si bagnano. Un fremito corre nel santuario di Santa Maria delle Vertighe quando don Daniele ricorda «Stella e Carlos Jesus». Tutti sanno cosa è successo, pochi sapevano che nel giorno della festa della patrona dell’A1 la messa delle 18 sarebbe stata dedicata a due delle vittime della tragedia sul ponte Morandi. Una vertigine, perché tutti hanno pensato alla figlia, al marito, all’amico, a loro stessi sopra quel ponte.

Fuori, c’è la festa patronale, con porchetta e giostre. È vacanza, come quella da cui tornavano Stella Boccia (24 anni) e Carlos Jesus Trujillo (27). Due delle vittime toscane. Alberto Fanfani (32) e Marta Dasini (29, di origini siciliane) invece partivano: si sono incrociati nel momento, del crollo. Marta e Carlos erano in gita in Liguria. «L’ho sentita lunedì, arrivata in albergo: voleva visitare acquario, Cinque Terre. Dovevano tornare a Ferragosto», racconta una delle amiche di Marta, «amava la sua vita, non si è mai negata niente, istintiva». Stava insieme a Carlos da sette mesi. Lei figlia di una famiglia campana, trasferita da anni a Monte San Savino, dove hanno uno dei tre ristoranti. I genitori e i parenti l’hanno abbandonat­o in fretta e furia, martedì sera, appena saputa la notizia: hanno lasciato le tovaglie sui tavoli, sbattute dal vento.

Una fuga verso l’ultimo barlume di speranza, poi svanito: hanno fatto in tempo a lasciare un cartello: «Se ne è andato un pezzo di cuore». Stella aveva deciso di lavorare in un altro negozio di scarpe, in cen- tro ad Arezzo. «Voleva fare sempre qualcosa di diverso ogni giorno», ricorda l’amica. La mamma, Carmela, è a Genova, la riporterà a Foiano della Chiana per la cerimonia funebre domani: sono evangelici, hanno rifiutato i funerali di Stato. Il padre è scomparso un anno fa, Stella lo ricordava su Facebook come il «Re leone». Sempre in centro di Arezzo, lavorava Carlos, di origine peruviane, da anni in Italia. Al ristorante Ostinati, il personale sta cenando. Quando gli si chiede di Carlos, una ragazza si alza, lacrime agli occhi. Un cameriere si irrigidisc­e, la faccia una maschera. «Lavoratore, serio. Certo, voleva divertirsi come qualunque ragazzo. Riservatis­simo. Era con noi da anni», spiega il titolare, Alessandro. Non c’è nessuno invece a Pisa, al Santa Chiara, nel padiglione «Monasterio» dove lavorava e studiava Alberto Fanfani, specializz­ando all’ultimo anno di medicina interna. Anche Marta, la sua fidanzata, per anni ha lavorato sotto la torre, dove si sono conosciuti: lui trasferito lì da Firenze, lei dalla Sici- lia. Marta aveva poi deciso di andare a lavorare ad Alessandri­a, ad aprile. «Stavano partendo per le ferie — racconta il suo “insegnante”, il professor Stefano Taddei — Ha lavorato fino al 12. Andavano in Francia». Taddei contava molto su Alberto, «rispettoso, affidabile. Era l’ultima estate da specializz­ando, poi avrebbe deciso dove continuare».

Ma non ne aveva ancora parlato con lui, «forse voleva parlarne con Marta, per decidere cosa fare. Non aveva ancora deciso il suo futuro». I genitori di Alberto erano in villeggiat­ura al mare, sono corsi a Genova appena saputa la notizia. Il loro appartamen­to a Gavinana ha le serrande abbassate. Vivono in una di quelle strade chiuse al traffico, dove i bambini possono giocare senza timore delle automobili. Alberto, il bambino timido e educato, è cresciuto lì, le estati a Castiglion­cello. A 14 anni, la sua casa è diventata il liceo classico Dante, «bravo in tutte le materie ma non un secchione», in quinta sorprese tutti in classe, fu il primo a trovare una fidanzatin­a, Elisa, dando uno smacco a tutti. «Fu all’ultimo anno che annunciò che avrebbe fatto medicina — racconta l’amico Matteo — All’università ha letteralme­nte ingranato la marcia». Si è laureato in 7 anni, con Gian Franco Gensini, poi subito la specializz­azione a Pisa.

Carlos, Stella, Marta e Alberto si sono incrociati sul ponte Morandi. Ma tutte le loro vite sono un incrocio, di luoghi, continenti, speranze. Come un’autostrada che prendi per andare altrove. Quattro viaggi spezzati, come le tante vite perse a Genova.

Domani

Funerali divisi: Stella nel tempio evangelico di Foiano. Carlos e gli altri a Genova a quelli di Stato

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Sopra, Alberto Fanfani e Marta Dasini. A sinistra, Stella Boccia e Carlos Jesus Trujillo
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 ??  ?? Da sinistra Marta Dasini e Alberto FanfaniQui accanto, Carlos Jesus Trujilllo e Stella Boccia Sotto, il cartello lasciato sull’ingresso del ristorante della famiglia di Stella a Monte San Savino
Da sinistra Marta Dasini e Alberto FanfaniQui accanto, Carlos Jesus Trujilllo e Stella Boccia Sotto, il cartello lasciato sull’ingresso del ristorante della famiglia di Stella a Monte San Savino
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 ??  ?? Sopra, la messa al santuario della Madonna delle Vertighe per le due vittime aretine. In alto a sinistra, il padiglione dove studiava Alberto Fanfani
Sopra, la messa al santuario della Madonna delle Vertighe per le due vittime aretine. In alto a sinistra, il padiglione dove studiava Alberto Fanfani
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