Il Palio della Lupa, rincorsa da trionfo
Gingillo e Porto Alabe: partiti ultimi e subito primi. In Duomo il Cencio delle polemiche
Benedetto il drappellone non benedetto! Lo urla il popolo della Lupa, trionfante sul Campo e poi in Duomo, ad appena due anni dalla gioia per lo storico «cappotto» (due vittorie nello stesso anno) del 2016. Svelato anche il presagio racchiuso nel Cencio, con quei due cavalli, uno bianco e uno nero, che in realtà annunciavano il successo dei colori — il bianco e il nero — della Lupa. Magistrale la corsa del fantino Giuseppe Zedde detto Gingillo, forse stimolato anche dalla squalifica per le due carriere, sanzionata dal Comune per i fatti dell’ultimo Palio di luglio. La sua marcia trionfale inizia nel modo più difficile: dalla posizione di rincorsa. Solo i grandi fantini del passato sapevano che quei metri in più da percorrere rispetto all’allineamento nei canapi, potevano essere compensati con giuste traiettorie. E Gingillo lo ha fatto. Appena partito, ha sterzato verso il basso e spingendo furiosamente, è riuscito a recuperare metro su metro, fino a Giraffa, Civetta e Pantera, addirittura superate sulla prima curva di San Martino. E Il Palio di fatto è finito qui. Nonostante i tentativi soprattutto della Giraffa con Queen Winner e Tremendo, nessuno ha saputo recuperare di fronte alla sicura galoppata di Porto Alabe, unico dei cavalli già vittorioso. Tre giri senza inciampi o affanni, per la terza vittoria di Gingillo e del capitano della Lupa Gabriele Gragnoli.
Lo davano sul viale del tramonto, Porto Alabe, già trionfatore un anno fa. Per gli esperti dei cavalli di Piazza del Campo, con i suoi 10 anni, era un gradino sotto ai baldi giovani rampanti, l’esordiente Rexi con Scompiglio nella Pantera, e poi Pathos nel Drago con Brio, Rodrigo Baio nella Tartuca con Tittia, Osama Bin nel Leocorno con Brigante, Tale e Quale nel Nicchio con Trecciolino. Tutte comparse nel film di Porto Alabe e Gingillo.
Unica scusante per Luigi Bruschelli detto Trecciolino nel Nicchio, cinquantenne in cerca della quattordicesima vittoria per appaiare il record di Aceto: al canape si è trovato accanto la Contrada rivale, il Montone, e il giovane Amsicora l’ha nerbato fino alla caduta a San Martino. Trecciolino è comunque riuscito a divincolarsi, fino a conquistare la terza posizione. Ma prima della seconda curva del Casato, lo zucchino, danneggiato dalle nerbate, gli è calato sugli occhi: l’attimo gli è stato fatale per non riuscire a frenare il cavallo finito contro il colonnino. Trecciolino è caduto così come il fantino del Bruco, Sebastiano Murtas detto Grandine, portato in ospedale. Titoli di coda per un film in un trionfante bianco e nero.