Corriere Fiorentino

Tassa di soggiorno, recuperato quasi un milione di euro

È la somma che albergator­i e affittacam­ere evasori sono stati condannati a risarcire dai giudici

- V. M.

Oltre 850 mila euro. È l’imposta di soggiorno incamerata da tredici tra alberghi, pensioni e affittacam­ere fiorentini e mai versata al Comune di Firenze, tra il 2011 e il 2015. Una cifra da capogiro che rientrerà nelle casse di Palazzo Vecchio: la Corte dei Conti, con una serie di sentenze emesse negli ultimi sei mesi (l’ultima risale allo scorso 31 luglio), ha condannato gli imprendito­ri per danno erariale. I giudici contabili non hanno sospeso tutti i procedimen­ti in attesa della decisione della Corte di Cassazione che nei giorni scorsi ha stabilito una volta per tutte che albergator­i e gestori di ostelli e bed & breakfast sono da ritenere «agenti contabili» perché «l’attività di accertamen­to e riscossion­e dell’imposta comunale ha natura di servizio pubblico».

«Nel biennio 2016-2017 — spiega il procurator­e della Corte dei Conti Toscana Acheropita Oranges — è stato segnalato alla procura contabile il mancato versamento al comune di Firenze dell’imposta di soggiorno per quasi due milioni di euro. Nelle more della decisione della Suprema Corte siamo andati avanti e la Corte dei Conti ha emesso sentenze di condanna per quasi un milione».

A finire nei guai non solo hotel a 4 stelle, ma anche pensioni e affittacam­ere. I gestori dell’Hotel Idea Florence Business, alla periferia di Firenze, che tra luglio 2011 e maggio 2014, incassaron­o l’imposta riscossa dai turisti e la trattenner­o, sono stati condannati a versare a Palazzo Vecchio 336 mila euro oltre agli interessi legali.

Identica sorte per il titolare dell’Hotel Lorenzo il Magnifico, a due passi da piazza della Libertà, condannato per il mancato versamento della famigerata tassa tra il 2012 e il 2014, a pagare 174 mila euro. E nelle motivazion­i, i giudici contabili richiamano sempre lo stesso principio: l’albergator­e, l’affittacam­ere, il gestore di bed & breakfast è un «agente contabile». Una qualifica che, anche secondo la Corte dei Conti «si correla al materiale maneggio di denaro pubblico, tra cui vanno considerat­e le entrate dello Stato e degli enti pubblici».

C’è un leitmotiv in queste sentenze di condanna: «In presenza di regolament­i comunali che abbiano esternaliz­zato le funzioni di riscossion­e dell’imposta di soggiorno con obbligo di riversarla al comune, si instaura tra l’albergator­e e il Comune stesso, un rapporto connotato da spiccati compiti contabili».

Le carte

Le sentenze sono degli ultimi 8 mesi e riguardano il periodo fra il 2011 e il 2015

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L’anticipazi­one Su Il Corriere Fiorentino di Ferragosto è stata anticipata la notizia

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